La maledizione di Aisha
Era il lontano 1984 quando. una giovane ragazza di nome Aisha. si trasferì da un piccolo villaggio alla grandissima città di Kuala Lumpur.
La sfortunata ragazza aveva una strana patologia che le aveva causato una particolare forma di Fotofobia, ovvero una estrema sensibilità alla luce. Per questo motivo la giovane indossava sempre dei grossi occhiali da sole e non permetteva a nessuno di scattarle delle foto. Il flash di una qualsiasi macchina fotografica era abbastanza per causarle dei fortissimi e debilitanti mal di testa.
Aisha comunque riuscì a trovare presto un lavoro in una fabbrica, lontano dalla luce che tanto poteva ferirla, o almeno così pensava.
Un giorno, nella fabbrica dove lavorava, si tenne una festa. Tutti i dipendenti si stavano divertendo un mondo e Aisha non era da meno. In preda alla frenesia del momento si tolse gli occhiali per un breve momento. Sfortunatamente un altro dipendente aveva con se una macchina fotografica e decise di scattare qualche foto. Non appena Aisha sentì il rumore del click, la sua percezione del tempo sembrò rallentare. La ragazza si girò dove aveva avvertito il rumore e non fece in tempo a dire nulla che fu investita dal flash. Appena la luce si diradò, la giovane lanciò un urlo, si piegò in due e della schiuma le uscì dalla bocca. Si contorse sul pavimento finché non arrivò finalmente un ambulanza.
Per ben tre giorni Aisha fu tenuta in una stanza completamente al buio in ospedale. Tutti i giorni l'uomo si recava nella sua stanza per chiedergli scusa e farsi perdonare per il suo gesto.
Dopo quel giorno, la ragazza non poté più tornare a lavorare. Il dottore le diede qualche medicina e le ordinò di riposarsi il più possibile. Durante il giorno la giovane donna non faceva alcunché e usciva solamente di sera per comprarsi da mangiare.
Un mese dopo quell'incidente, lei era completamente guarita. Decise, ben presto, che era tempo per lei di tornare nel suo villaggio natale, sopratutto perché non aveva più soldi per mantenersi in città.
Per tanto quella notte, dopo aver fatto i bagagli, Aisha lasciò le chiavi al proprietario di casa e si incamminò per la stazione degli autobus. Sfortunatamente non ci arrivò mai.
Una macchina si fermò vicino alla ragazza qualche isolato dopo. Dalla vettura uscirono quattro uomini e le bloccarono il cammino. Improvvisamente gli energumeni afferrarono la giovane e, nonostante il suo dimenarsi, riuscirono a rinchiuderla in macchina.
Gli uomini la rapirono e la portarono in un casale abbandonato nella periferia della città. Fu brutalmente legata ad una sedia e le strapparono i vestiti di dosso con un coltello. Lei pianse e li pregò di avere pietà di lei, ma quelli le risero in faccia. Aisha dovette sopportare cose indicibili da quel momento. Uno di quei ragazzi aveva con sé una macchina fotografica e non esitò ad usarla sulla ragazza nonostante questa li avesse messi in guardia sulla sua malattia.
Non appena la forte luce si diradò, la stanza fu riempita da un urlo. I ragazzi cominciarono a picchiarla e a scattarle foto, nonostante questa urlasse e del sangue iniziava ad uscirle dal naso e pesino dagli occhi. Dopo quattro ore, la ragazza non riusciva nemmeno a muoversi e si contorceva sulla sedia. Alla fine gli uomini decisero di riportarla in macchina, la rinchiusero nel bagagliaio, e guidarono fino ad un ponte non molto lontano.
Aprirono il bagagliaio e le dissero che la stavano per buttare nel fiume che scorreva lì sotto, noncuranti se lei fosse annegata o meno. Poco prima di scaraventarla, la ragazza prese tutte le forze che le rimanevano e disse ai suoi aguzzini :
"Io punirò chiunque guarderà le mie foto senza il mio permesso con un terribile sogno dove gli farò assaggiare lo stesso dolore che sto provando io. Giurò che lo farò, nonostante sarò morta. A coloro che le guarderanno, non ci sarà altro che dolore".
La mattina successiva gli uomini potarono le foto a far sviluppare, allungando una certa somma al negoziante perché tenesse la bocca chiusa sul soggetto del foto. Appena videro le foto sviluppate, dove la giovane veniva picchiata e violata, questi non fecero altro che ridere e sogghignare.
Improvvisamente la macchina persero il controllo della macchina che stavano guidando e si andarono a schiantare contro un albero. Uno dei quattro morì impalato da uno dei rami dell'albero.
Il secondo morì quella sera stessa in ospedale per un'emorragia interna.
Il terzo fu rilasciato dall'ospedale con qualche lieve ferita, ma, lungo il tragitto per casa, cadde in un tombino spaccandosi una gamba, incapace di risalire in superficie annegò quando quella notte si scatenò un violento temporale che alzò i livello dell'acqua nelle fogne,
Il quarto era uscito illeso dall'incidente invece, per questo andò dritto a casa sua. Ma quella sera sogno che Aisha era tornata e lo torturava picchiandolo in testa con un bastone. Svegliatosi con un terribile mal di testa, non riusciva a levarsi quel dolore che non faceva altro che aumentare. Impazzito da quel dolore, decise che c'era un solo modo per stare meglio e iniziò a colpirsi in testa con una forchetta. In un momento di lucidità si pentì per quello che aveva fatto e si consegnò alla polizia confessando tutti i suoi crimini e portando le foto come prova. In prigione non riuscì più a sopportare quel dolore e si suicidò spaccandosi la testa contro il muro.
Nel frattempo la polizia aveva iniziato a cercare il corpo della ragazza. Questi fu ritrovato due giorni dopo, ancora galleggiava nel fiume. Il cadavere fu portato dal coroner dove fu iniziato il suo riconoscimento e fatta un'autopsia. Il coroner però dovette fare una foto al cadavere come da procedura. L'uomo fu terrorizzato dal constatare che gli occhi della giovane si erano improvvisamente chiusi dopo la foto. Pochi giorni dopo fu ritrovato riverso sul pavimento di casa sua, si era suicidato ingerendo una grossa quantità di antidolorifici. Da quel giorno chiunque avesse mai guardato la foto dell'autopsia o una qualsiasi delle altre foto della ragazza, andava incontro a violenti mal di testa e finiva per togliersi la vita. La polizia cercò di tenere il massimo livello di segretezza sulla "maledizione di Aisha", ma nonostante le precauzioni la storia si diffuse in tutta la Malesia. La polizia decise di eliminare tutte le foto della ragazza, ma, misteriosamente, alcune furono caricati in angoli remoti dell'internet.
Non cercare quella foto, per nessuna ragione al mondo ! E fai molta attenzione, la maledizione di Aisha per adesso non ha ancora risparmiato nessuno
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