Boo !
Home sweet Home è un videogioco per Nes uscito nel 1989.
Il gioco si basa sul film omonimo (conosciuto anche come Sweet Home), sia il videogioco che il film uscirono in contemporanea. Il titolo si rivelò di ottima fattura e rivoluzionario per certi aspetti (al contrario di altri giochi tratti da film che di certo non brillano per originalità).
Ma prima di parlarvi delle meccaniche di gioco, lasciate che vi racconti la trama :
"Ichiro Mamiya era un artista di grande talento, conosciuto sopratutto per i suoi affreschi di straordinaria fattura. Un giorno però, misteriosamente, si rinchiuse nella sua vastissima villa.
Durante questo periodo, realizzò molti affreschi in varie stanze della casa, queste "opere perdute" erano al centro di molti chiacchiere, ma nessuno riuscì a vederli, il signor Mamiya non sembrava intenzionato ad avere degli ospiti. Passarono gli anni e con loro, passò anche la fama dell'artista, finché un giorno, l'artista stesso scomparve misteriosamente.
Trent'anni dopo la sua scomparsa, una troupe televisiva, incuriosita dal destino delle opere perdute di Mamiya, si reca in quella che un tempo era la villa dell'artista. La troupe è composta da Kazuo, il produttore, sua figlia Emi, Ryo, il cameraman, Akiko, la co-produttrice, e Asuka, la restauratrice. Arrivati sul posto riescono ad entrare nella villa fatiscente, ma qui trovano lo spettro di una misteriosa donna, che, intrappolandoli nella casa, minaccia di ucciderli.
Il gruppo quindi decide di cercare una via di uscita a tutti i costi, arrivando anche a dividersi.
Ma la villa, oltre ad essere pericolante, è disseminata da orde di non morti e entità malvagie che attaccano senza sosta il gruppo. Addentrandosi nel cuore della villa, il gruppo riesce non solo a ritrovare gli affreschi perduti, ma anche a ritrovare il diario dell'artista. Aiutati anche dal misterioso Ken'ichi Yamamura, riescono a fare luce sul misterioso passato della casa.
Il gruppo scopre infatti che lo spettro è quello della moglie di Mamiya (Nel film chiamata Fujin) che non si da pace per la morte del suo bambino. Suo figlio infatti, cadde nella fornace della villa e morì bruciato vivo quando aveva solo due anni. Distrutta dal dolore, Fujin Mamiya, rapì e uccise numerosi bambini, in modo da dare "compagni di gioco" a suo figlio. Riacquistata per un breve tempo la lucidità, la signora, incapace di perdonarsi per quello che aveva fatto, si suicidò.Questa incapacità di perdonarsi, causò al suo spirito di rimanere incastrato nella villa, che infesta da quel giorno. Da allora il suo spettro uccide chiunque osi intrufolarsi nella villa."
Le meccaniche di gioco si concentrano sopratutto sui personaggi, infatti ognuno di loro è unico in quanto caratteristiche e oggetti. Ogni personaggio infatti possiede determinati oggetti, per esempio la co-produttrice ha un kit di pronto soccorso, e determinate caratteristiche, come in un rpg c'è chi ha caratteristiche più alte o basse. Inoltre i personaggi muoiono, proprio così, se non faremo attenzione qualche membro del nostro party potrebbe lasciarci... definitivamente. Infatti una volta che un personaggio è K.O. non c'è modo di riportarlo in vita. Ma quando uno di questi personaggi muore, è possibile trovare un oggetto che possa, in qualche modo, compensare la perdita. Ad esempio se dovesse lasciarci la nostra "infermiera" il gruppo può trovare delle medicine.
Come molti altri titoli dell'epoca il gioco si basa su un combattimento a turni (tipo il primo Corpse Party).
Il gioco comprende ben cinque finali diversi, che cambiano a seconda dei personaggi che sopravvivono.
Tra i primi survival horror, Home sweet home rivoluzionò (assieme a Clock Tower) l'horror video-ludico. Per la prima volta l'horror non era solo il tema del gioco, ma ne era il genere. Per la prima volta erano introdotti diversi documenti disseminati per l'ambiente, l'inventario veniva limitato, si introducevano degli enigmi, veniva presentata una storia macabra, venivano introdotte delle animazioni in caso di morte, insomma questo titolo aiutò a gettare le basi dell'horror. Non a caso il progetto per il remake di Home Sweet Home diede vita ad una delle più celebri, e discusse, saghe horror: Resident Evil.
Parliamo di
Home sweet home
Home sweet Home è un videogioco per Nes uscito nel 1989.
Il gioco si basa sul film omonimo (conosciuto anche come Sweet Home), sia il videogioco che il film uscirono in contemporanea. Il titolo si rivelò di ottima fattura e rivoluzionario per certi aspetti (al contrario di altri giochi tratti da film che di certo non brillano per originalità).
Ma prima di parlarvi delle meccaniche di gioco, lasciate che vi racconti la trama :
"Ichiro Mamiya era un artista di grande talento, conosciuto sopratutto per i suoi affreschi di straordinaria fattura. Un giorno però, misteriosamente, si rinchiuse nella sua vastissima villa.
Durante questo periodo, realizzò molti affreschi in varie stanze della casa, queste "opere perdute" erano al centro di molti chiacchiere, ma nessuno riuscì a vederli, il signor Mamiya non sembrava intenzionato ad avere degli ospiti. Passarono gli anni e con loro, passò anche la fama dell'artista, finché un giorno, l'artista stesso scomparve misteriosamente.
Trent'anni dopo la sua scomparsa, una troupe televisiva, incuriosita dal destino delle opere perdute di Mamiya, si reca in quella che un tempo era la villa dell'artista. La troupe è composta da Kazuo, il produttore, sua figlia Emi, Ryo, il cameraman, Akiko, la co-produttrice, e Asuka, la restauratrice. Arrivati sul posto riescono ad entrare nella villa fatiscente, ma qui trovano lo spettro di una misteriosa donna, che, intrappolandoli nella casa, minaccia di ucciderli.
Il gruppo quindi decide di cercare una via di uscita a tutti i costi, arrivando anche a dividersi.
Ma la villa, oltre ad essere pericolante, è disseminata da orde di non morti e entità malvagie che attaccano senza sosta il gruppo. Addentrandosi nel cuore della villa, il gruppo riesce non solo a ritrovare gli affreschi perduti, ma anche a ritrovare il diario dell'artista. Aiutati anche dal misterioso Ken'ichi Yamamura, riescono a fare luce sul misterioso passato della casa.
Il gruppo scopre infatti che lo spettro è quello della moglie di Mamiya (Nel film chiamata Fujin) che non si da pace per la morte del suo bambino. Suo figlio infatti, cadde nella fornace della villa e morì bruciato vivo quando aveva solo due anni. Distrutta dal dolore, Fujin Mamiya, rapì e uccise numerosi bambini, in modo da dare "compagni di gioco" a suo figlio. Riacquistata per un breve tempo la lucidità, la signora, incapace di perdonarsi per quello che aveva fatto, si suicidò.Questa incapacità di perdonarsi, causò al suo spirito di rimanere incastrato nella villa, che infesta da quel giorno. Da allora il suo spettro uccide chiunque osi intrufolarsi nella villa."
Le meccaniche di gioco si concentrano sopratutto sui personaggi, infatti ognuno di loro è unico in quanto caratteristiche e oggetti. Ogni personaggio infatti possiede determinati oggetti, per esempio la co-produttrice ha un kit di pronto soccorso, e determinate caratteristiche, come in un rpg c'è chi ha caratteristiche più alte o basse. Inoltre i personaggi muoiono, proprio così, se non faremo attenzione qualche membro del nostro party potrebbe lasciarci... definitivamente. Infatti una volta che un personaggio è K.O. non c'è modo di riportarlo in vita. Ma quando uno di questi personaggi muore, è possibile trovare un oggetto che possa, in qualche modo, compensare la perdita. Ad esempio se dovesse lasciarci la nostra "infermiera" il gruppo può trovare delle medicine.
Come molti altri titoli dell'epoca il gioco si basa su un combattimento a turni (tipo il primo Corpse Party).
Il gioco comprende ben cinque finali diversi, che cambiano a seconda dei personaggi che sopravvivono.
Tra i primi survival horror, Home sweet home rivoluzionò (assieme a Clock Tower) l'horror video-ludico. Per la prima volta l'horror non era solo il tema del gioco, ma ne era il genere. Per la prima volta erano introdotti diversi documenti disseminati per l'ambiente, l'inventario veniva limitato, si introducevano degli enigmi, veniva presentata una storia macabra, venivano introdotte delle animazioni in caso di morte, insomma questo titolo aiutò a gettare le basi dell'horror. Non a caso il progetto per il remake di Home Sweet Home diede vita ad una delle più celebri, e discusse, saghe horror: Resident Evil.
Boo !
La "vecchia" Wii quando uscì mi sembrò rivoluzionaria, finalmente si poteva avere un'immersione maggiore nei giochi e il catalogo nintendo sembrava finalmente aprirsi a nuovi titoli e io ansiosi aspettavo l'uscita del fantomatico Project Zero 4. Come sapete il titolo non uscì mai fuori dal Giappone, ma riusci a consolarmi con il remake di Project Zero 2. Ma forse alcuni di voi ricorderanno che erano stati annunciati altri giochi horror per la wii. Personalmente me ne interessavano due: Sadness e Ikenie no yoru. Il primo fu presto cancellato (causa chiusura della casa software che l'aveva in produzione) mentre il secondo uscì ben presto in Giappone. Del gioco si sapevano poche informazioni: sfruttava la pedana "Wii Balance Board", la trama strizzava l'occhio a Project Zero e doveva fare dannatamente paura. Sfortunatamente il titolo, come molti, troppi altri, non uscì mai dal Giappone e riuscii a saperne di più soltanto guardando gameplay su Youtube.
Devo dire che, col senno di poi, il gioco non mi sarebbe piaciuto, era un titolo mediocre e banalotto, la caratterizzazione dei personaggi era quasi assente e stereotipata, mentre il gameplay aveva più di un problema.
La trama ruotava attorno a cinque personaggi, ognuno rappresentato da un colore diverso.
Il protagonista è Blu il solito ragazzo gentile e con un innato senso di giustizia.
Rosso è la solita testa calda è dovrebbe essere il leader del gruppo (anche se più che altro è interessato solo alla sua ragazza Rosa). Rosa è la ragazza di Rosso, allegra e vivace, ci tiene ad andare d'accordo con le persone e spesso espone le sue idee ad alta voce, anche quando un po' di discrezione non guasterebbe. Gialla è una ragazza gentile, socievole e di buon cuore.
Nero infine è un loro compagno di studi, perse il padre in giovane età ed è abbastanza taciturno e impulsivo.
Un giorno Nero invita gli altri ragazzi a passare del tempo in una vecchia casa che appartiene alla sua famiglia. La casa sorge vicino al "burrone Tsukuyomi", una località turistica abbandonata da un paio di decenni. Il posto così isolato e così particolare che il gruppo decenni all'unanimità di andarci. Arrivano nella casa Nero, Rosso, Rosa e Blu, mentre Gialla arriverà il giorno dopo a causa di un impegno. Nero si allontana quasi subito dal gruppo, la verità e che in quel luogo è scomparso proprio suo padre e ora, a distanza di anni, vuole scoprire la verità. Rimangono da soli Rosso, Rosa e Blu, quest'ultimo viene sfidato da Rosso ad una prova di coraggio. Blu quindi scende nella cantina della casa che sembra un luogo da storia di fantasmi. Ma le cose ben presto degenerano, Rosa chiama Blu in preda al panico, Rosso e scomparso. Gialla arriva il giorno dopo, a rispondergli è solo Blu che le dice di non venire, che il luogo è pericoloso, ma Gialla pensando che la stiano prendendo in giro si addentra nel luogo. Naturalmente non vi anticipo altro, ma naturalmente la causa degli orrori del posto è imputabile al solito rituale/sacrificio andato storto.
Il problema principale della trama è il fatto, come potete vedere anche voi, che sa tanto di già visto, sembra uno di quei film horror con protagonisti collegiali. Per giunta i personaggi principali e secondari non hanno un nome e ciò non aiuta a immedesimarsi. I pochi dialoghi che ci sono tra di loro non aiutano a capirli meglio e spesso non ci sono veri e propri dialoghi, ma degli sms che sono una bella trovata (anche se aggiungere degli mms come in The Calling sarebbe stato meglio).
I nemici sono priva di una personalità e di una storia, non c'è un fantasma particolare (tranne uno/due) con la storia interessante e curiosa. Il gameplay è innovativo per certi versi, camminare con la pedana è un'ottima trovata e mi piacerebbe vederla in altri titolo in futuro (magari in qualcosa per la wii u o per il kinect), ma alla lunga è noioso. L'interazione con l'ambiente è quasi nulla, ci sono pochissime note e neanche un oggetto. Non c'è una barra della vita e il contatto con un singolo nemico causa il game over. Questo approccio stealth non è malvagio, ma sarebbe potuto essere migliorato introducendo più posti dove nascondersi. Mi è sembrato che i programmatori erano più interessati al sistema con la pedane e che hanno tralasciato il resto. Ma questi problemi possono essere compensati in parte da certi spaventi che il gioco ti fa prendere (sopratutto nei primi minuti di gioco) e con una certa piega della trama, che risulta molto originale ad un certo punto.
L'ultimo problema, secondo me il più imperdonabile, è legato al primo finale. Concludendo il gioco con la prima modalità sblocchiamo una scenda dove il protagonista si rimprovera di non essere stato abbastanza forte e determinato per salvare i suoi amici (sopratutto Gialla di cui è innamorato) e basta. Il gioco si conclude con quelle parole e si ritorna al menù principale, niente titoli di coda per farci capire che il gioco è finito, niente schermata che ci avvisa che la modalità ora è difficile.
Questo lasciò perplessi molti giocatori che si chiedevano se il gioco fosse finito in maniera così brusca, naturalmente c'è un altro finale che è possibile ottenere finendo il gioco in modalità difficile (con poche differenze rispetto a quello originale). Come ho già detto il gioco ha dei punti positivi, di forza, che però potevano essere sfruttati meglio, invece che di realizzare un titolo che sembra incompleto.
E così si conclude il mio pensiero su "Ikenie no Yoru", e voi che ne pensate ? Avete mai sentito parlare di questo gioco ?
Parliamo di
"Ikenie no Yoru"
ovvero
"La notte del sacrificio"
La "vecchia" Wii quando uscì mi sembrò rivoluzionaria, finalmente si poteva avere un'immersione maggiore nei giochi e il catalogo nintendo sembrava finalmente aprirsi a nuovi titoli e io ansiosi aspettavo l'uscita del fantomatico Project Zero 4. Come sapete il titolo non uscì mai fuori dal Giappone, ma riusci a consolarmi con il remake di Project Zero 2. Ma forse alcuni di voi ricorderanno che erano stati annunciati altri giochi horror per la wii. Personalmente me ne interessavano due: Sadness e Ikenie no yoru. Il primo fu presto cancellato (causa chiusura della casa software che l'aveva in produzione) mentre il secondo uscì ben presto in Giappone. Del gioco si sapevano poche informazioni: sfruttava la pedana "Wii Balance Board", la trama strizzava l'occhio a Project Zero e doveva fare dannatamente paura. Sfortunatamente il titolo, come molti, troppi altri, non uscì mai dal Giappone e riuscii a saperne di più soltanto guardando gameplay su Youtube.
Devo dire che, col senno di poi, il gioco non mi sarebbe piaciuto, era un titolo mediocre e banalotto, la caratterizzazione dei personaggi era quasi assente e stereotipata, mentre il gameplay aveva più di un problema.
La trama ruotava attorno a cinque personaggi, ognuno rappresentato da un colore diverso.
Il protagonista è Blu il solito ragazzo gentile e con un innato senso di giustizia.
Rosso è la solita testa calda è dovrebbe essere il leader del gruppo (anche se più che altro è interessato solo alla sua ragazza Rosa). Rosa è la ragazza di Rosso, allegra e vivace, ci tiene ad andare d'accordo con le persone e spesso espone le sue idee ad alta voce, anche quando un po' di discrezione non guasterebbe. Gialla è una ragazza gentile, socievole e di buon cuore.
Nero infine è un loro compagno di studi, perse il padre in giovane età ed è abbastanza taciturno e impulsivo.
Un giorno Nero invita gli altri ragazzi a passare del tempo in una vecchia casa che appartiene alla sua famiglia. La casa sorge vicino al "burrone Tsukuyomi", una località turistica abbandonata da un paio di decenni. Il posto così isolato e così particolare che il gruppo decenni all'unanimità di andarci. Arrivano nella casa Nero, Rosso, Rosa e Blu, mentre Gialla arriverà il giorno dopo a causa di un impegno. Nero si allontana quasi subito dal gruppo, la verità e che in quel luogo è scomparso proprio suo padre e ora, a distanza di anni, vuole scoprire la verità. Rimangono da soli Rosso, Rosa e Blu, quest'ultimo viene sfidato da Rosso ad una prova di coraggio. Blu quindi scende nella cantina della casa che sembra un luogo da storia di fantasmi. Ma le cose ben presto degenerano, Rosa chiama Blu in preda al panico, Rosso e scomparso. Gialla arriva il giorno dopo, a rispondergli è solo Blu che le dice di non venire, che il luogo è pericoloso, ma Gialla pensando che la stiano prendendo in giro si addentra nel luogo. Naturalmente non vi anticipo altro, ma naturalmente la causa degli orrori del posto è imputabile al solito rituale/sacrificio andato storto.
Il problema principale della trama è il fatto, come potete vedere anche voi, che sa tanto di già visto, sembra uno di quei film horror con protagonisti collegiali. Per giunta i personaggi principali e secondari non hanno un nome e ciò non aiuta a immedesimarsi. I pochi dialoghi che ci sono tra di loro non aiutano a capirli meglio e spesso non ci sono veri e propri dialoghi, ma degli sms che sono una bella trovata (anche se aggiungere degli mms come in The Calling sarebbe stato meglio).
I nemici sono priva di una personalità e di una storia, non c'è un fantasma particolare (tranne uno/due) con la storia interessante e curiosa. Il gameplay è innovativo per certi versi, camminare con la pedana è un'ottima trovata e mi piacerebbe vederla in altri titolo in futuro (magari in qualcosa per la wii u o per il kinect), ma alla lunga è noioso. L'interazione con l'ambiente è quasi nulla, ci sono pochissime note e neanche un oggetto. Non c'è una barra della vita e il contatto con un singolo nemico causa il game over. Questo approccio stealth non è malvagio, ma sarebbe potuto essere migliorato introducendo più posti dove nascondersi. Mi è sembrato che i programmatori erano più interessati al sistema con la pedane e che hanno tralasciato il resto. Ma questi problemi possono essere compensati in parte da certi spaventi che il gioco ti fa prendere (sopratutto nei primi minuti di gioco) e con una certa piega della trama, che risulta molto originale ad un certo punto.
L'ultimo problema, secondo me il più imperdonabile, è legato al primo finale. Concludendo il gioco con la prima modalità sblocchiamo una scenda dove il protagonista si rimprovera di non essere stato abbastanza forte e determinato per salvare i suoi amici (sopratutto Gialla di cui è innamorato) e basta. Il gioco si conclude con quelle parole e si ritorna al menù principale, niente titoli di coda per farci capire che il gioco è finito, niente schermata che ci avvisa che la modalità ora è difficile.
Questo lasciò perplessi molti giocatori che si chiedevano se il gioco fosse finito in maniera così brusca, naturalmente c'è un altro finale che è possibile ottenere finendo il gioco in modalità difficile (con poche differenze rispetto a quello originale). Come ho già detto il gioco ha dei punti positivi, di forza, che però potevano essere sfruttati meglio, invece che di realizzare un titolo che sembra incompleto.
E così si conclude il mio pensiero su "Ikenie no Yoru", e voi che ne pensate ? Avete mai sentito parlare di questo gioco ?
Boo !
Si racconta che vagando verso i confini della prefettura di Tokyo ci si possa trovare dinanzi ad un immenso bosco nascosto, forse, da alcune montagne. Se l'ignaro viaggiatore si avventura dentro la selva potrebbe avere la (s)fortuna di trovare i resti di una lussuosa e magnifica villa. Se si fa una fotografia alle rovine, una volta sviluppata la foto, si noterà la figura di una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri e avvolta da un kimono bianco. La storia di questa giovane ragazza si lega con la terribile tragedia che sconvolse la villa e la famiglia Himuro:
Per secoli gli Himuro hanno goduto di una fortuna impareggiabile. Erano una delle famiglie più potenti e influenti del Giappone e, anche se non ricoprivano ufficialmente cariche pubbliche importanti, difficilmente qualcosa sfuggiva dal loro controllo. Si racconta che la loro villa era vastissima e lussuosa, conteneva molti locali e molti tesori: stoffe, libri e alcune meraviglie straniere, frutto di vecchi commerci di quando i primi europei sbarcarono sull'isola. Ma a parte i loro tesori e la loro influenza, gli Himuro erano conosciuti anche per un'altra loro caratteristica, i loro antichissimi riti. Si parla di vecchie tradizione di epoca sciamanica che erano rimaste vive nella famiglia e che si svolgevano periodicamente nella villa. Si parlava di un particolare rito che avveniva ogni mezzo secolo. La famiglia Himuro selezionava dalla nascita una bambina che veniva cresciuta lontano dalle altre persone, nascosta in una delle tante stanze della villa. Al suo sedicesimo compleanno la ragazza veniva scortata fuori dalla villa, vestita di un semplice kimono bianco. A poca distanza dalla villa poi la giovane veniva legata con delle corde, ognuna sua estremità ad un cavallo diverso. Poi si dava l'ordine ai cavalli di correre in direzioni diverse...
... il corpo in fin di vita (il sacrificio doveva essere morente, ma non ancora morto) terribilmente maciullato veniva riportato nella villa. Lo si portava nel piano più basso dell'edificio,in un antico tempio sul quale, la villa, era stata costruita. Si dice che nel tempio ci fosse una porta, che non sembrava fatta da alcuna mano umana, e alcuni sostengono che conducesse direttamente all'altro mondo. Il corpo veniva legato su questa porta in modo tale che il portale non si aprisse. Questo rito permetteva alla famiglia fortuna e tranquillità per almeno cinquant'anni. Sfortunatamente durante la sua prigionia una giovane riuscì, anche se per poco tempo, a uscire nel giardino della villa. Il caso volle che proprio quel giorno un ragazzo era riuscito ad entrare nella villa (c'è chi dice che fosse un rampollo di una nobile famiglia che era stato invitato, mentre altri sostengono che si trattasse soltanto di un comune ragazzo incuriosito dalle storie della villa).
I due si trovarono lì per caso e, anche se passarono pochi minuti assieme, si innamorarono l'uno dell'altra. I due si lasciarono con la promessa che il giovane sarebbe tornato a trovarla, ma il fato non benedì quella promessa. Pochi giorni dopo, la ragazza fu costretta a compiere il macabro rituale.
Ma quando si legò la moribonda sulla porta, questa si spalancò. Il sacrificio doveva essere puro e non doveva aver stretto legami con nessuno, ma la giovane come sappiamo si era innamorata. Dalla porta iniziò ad uscire un terribile miasma che uccise quasi tutti i presenti, tranne il capofamiglia che riuscì a scappare e a rifugiarsi in superficie. Ma il capofamiglia Himuro sapeva bene che era solo questione di tempo prima che ciò che si trovava dall'altra parte della porta venisse in superficie. Per tanto si armò di una delle katane tramandate nella famiglia e iniziò a vagare per le stanze della villa uccidendo chiunque incontrasse, reputando che l'aldilà fosse preferibile a qualsiasi cosa stesse arrivando.
Nessun membro della famiglia si salvò dalle strage. La villa fu avvolta lentamente dall'oscurità, finché questa non raggiunse anche l'ultimo abitante di villa Himuro, una nebbia nera e oscura che conteneva un volto che il capofamiglia conosceva bene, quello della giovane sacrificata.
Al giorni d'oggi chiunque si avvicini alla villa è destinato ad essere catturato dalle anime degli Himuro, che provano, invano, di ripetere il rituale per poter finalmente riposare in pace. Spesso gli abitanti del villaggio lì vicino trovano, nei dintorni della villa, i cadaveri degli sfortunati escursionisti con segni di corde visibili su tutto il corpo. Si racconta anche che se ci si avventura fino alla villa sia possibile ancora trovare tracce di sangue fresco nelle stanze e delle piccole gocce sul pavimento, come se qualcuno avesse trascinato una katana sporca di sangue...
PS. Il primo capitolo della saga di Project Zero/Fatal frame si basa proprio su questa leggenda.
"Villa Himuro"
... e nel giro di una notte, tutta l'immensa fortuna della famiglia Himuro scomparve e la famiglia stessa si estinse...
Si racconta che vagando verso i confini della prefettura di Tokyo ci si possa trovare dinanzi ad un immenso bosco nascosto, forse, da alcune montagne. Se l'ignaro viaggiatore si avventura dentro la selva potrebbe avere la (s)fortuna di trovare i resti di una lussuosa e magnifica villa. Se si fa una fotografia alle rovine, una volta sviluppata la foto, si noterà la figura di una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri e avvolta da un kimono bianco. La storia di questa giovane ragazza si lega con la terribile tragedia che sconvolse la villa e la famiglia Himuro:
Per secoli gli Himuro hanno goduto di una fortuna impareggiabile. Erano una delle famiglie più potenti e influenti del Giappone e, anche se non ricoprivano ufficialmente cariche pubbliche importanti, difficilmente qualcosa sfuggiva dal loro controllo. Si racconta che la loro villa era vastissima e lussuosa, conteneva molti locali e molti tesori: stoffe, libri e alcune meraviglie straniere, frutto di vecchi commerci di quando i primi europei sbarcarono sull'isola. Ma a parte i loro tesori e la loro influenza, gli Himuro erano conosciuti anche per un'altra loro caratteristica, i loro antichissimi riti. Si parla di vecchie tradizione di epoca sciamanica che erano rimaste vive nella famiglia e che si svolgevano periodicamente nella villa. Si parlava di un particolare rito che avveniva ogni mezzo secolo. La famiglia Himuro selezionava dalla nascita una bambina che veniva cresciuta lontano dalle altre persone, nascosta in una delle tante stanze della villa. Al suo sedicesimo compleanno la ragazza veniva scortata fuori dalla villa, vestita di un semplice kimono bianco. A poca distanza dalla villa poi la giovane veniva legata con delle corde, ognuna sua estremità ad un cavallo diverso. Poi si dava l'ordine ai cavalli di correre in direzioni diverse...
... il corpo in fin di vita (il sacrificio doveva essere morente, ma non ancora morto) terribilmente maciullato veniva riportato nella villa. Lo si portava nel piano più basso dell'edificio,in un antico tempio sul quale, la villa, era stata costruita. Si dice che nel tempio ci fosse una porta, che non sembrava fatta da alcuna mano umana, e alcuni sostengono che conducesse direttamente all'altro mondo. Il corpo veniva legato su questa porta in modo tale che il portale non si aprisse. Questo rito permetteva alla famiglia fortuna e tranquillità per almeno cinquant'anni. Sfortunatamente durante la sua prigionia una giovane riuscì, anche se per poco tempo, a uscire nel giardino della villa. Il caso volle che proprio quel giorno un ragazzo era riuscito ad entrare nella villa (c'è chi dice che fosse un rampollo di una nobile famiglia che era stato invitato, mentre altri sostengono che si trattasse soltanto di un comune ragazzo incuriosito dalle storie della villa).
I due si trovarono lì per caso e, anche se passarono pochi minuti assieme, si innamorarono l'uno dell'altra. I due si lasciarono con la promessa che il giovane sarebbe tornato a trovarla, ma il fato non benedì quella promessa. Pochi giorni dopo, la ragazza fu costretta a compiere il macabro rituale.
Ma quando si legò la moribonda sulla porta, questa si spalancò. Il sacrificio doveva essere puro e non doveva aver stretto legami con nessuno, ma la giovane come sappiamo si era innamorata. Dalla porta iniziò ad uscire un terribile miasma che uccise quasi tutti i presenti, tranne il capofamiglia che riuscì a scappare e a rifugiarsi in superficie. Ma il capofamiglia Himuro sapeva bene che era solo questione di tempo prima che ciò che si trovava dall'altra parte della porta venisse in superficie. Per tanto si armò di una delle katane tramandate nella famiglia e iniziò a vagare per le stanze della villa uccidendo chiunque incontrasse, reputando che l'aldilà fosse preferibile a qualsiasi cosa stesse arrivando.
Nessun membro della famiglia si salvò dalle strage. La villa fu avvolta lentamente dall'oscurità, finché questa non raggiunse anche l'ultimo abitante di villa Himuro, una nebbia nera e oscura che conteneva un volto che il capofamiglia conosceva bene, quello della giovane sacrificata.
Al giorni d'oggi chiunque si avvicini alla villa è destinato ad essere catturato dalle anime degli Himuro, che provano, invano, di ripetere il rituale per poter finalmente riposare in pace. Spesso gli abitanti del villaggio lì vicino trovano, nei dintorni della villa, i cadaveri degli sfortunati escursionisti con segni di corde visibili su tutto il corpo. Si racconta anche che se ci si avventura fino alla villa sia possibile ancora trovare tracce di sangue fresco nelle stanze e delle piccole gocce sul pavimento, come se qualcuno avesse trascinato una katana sporca di sangue...
PS. Il primo capitolo della saga di Project Zero/Fatal frame si basa proprio su questa leggenda.
Boo !
Gli specchi sono da secoli impiegati in particolari riti, c'è chi dice che siano porte verso l'altro mondo e che sia possibile ricevere messaggi e impartire benedizioni con questi oggetti. Ben pochi sanno che possono anche essere usati per scagliare terribili maledizioni.
Si narra che qualche tempo fa in Giappone vivesse una certa ragazza. Durante un suo compleanno la madre le regalo un grazioso specchio. Non c'era niente che la ragazza preferisse allo specchio e non passava giorno che non ci si specchiasse dentro e ammirasse la sua immagine riflessa. Col tempo però la giovane mangiava sempre di meno e ben presto la sua condizione si aggravò, finché non divenne anoressica. Ma nonostante ciò la ragazza non capiva ciò che era diventata e lo specchio la ingannava mostrandole sempre un'immagine della giovane in salute e bella.
Un giorno decise che era tempo di decorare lo specchio e iniziò a colorarne la cornice del suo colore preferito, ovvero il viola.
Ma lo specchio da allora non fece altro che mostrarle la verità alla giovane e finalmente vide ciò che era diventata, una ragazza scarna e pallida, uno spettro di carne. In preda alla rabbia spacco lo specchio in mille pezzi, ma subito dopo se ne pentì, dopotutto era un oggetto che aveva da anni e un caro ricordo di sua madre. Comunque il tempo passò e la ragazza recuperò la sua salute e la sua bellezza. Sfortunatamente al suo ventesimo compleanno fu vittima di un terribile incidente stradale.
I soccorsi arrivarono in ritardo e non riuscirono a salvare la giovane che con le sue ultime parole disse :
Lo specchio viola
Una terribile serie di omicidi colpisce il paese del sol levante.
Le vittime sono ragazzi e ragazze completamente diversi tra loro, senza alcun tratto in comune... tranne che sono tutti morti durante il loro ventesimo compleanno e che nelle loro stanze è stato ritrovato un piccolo frammento di specchio.
Gli specchi sono da secoli impiegati in particolari riti, c'è chi dice che siano porte verso l'altro mondo e che sia possibile ricevere messaggi e impartire benedizioni con questi oggetti. Ben pochi sanno che possono anche essere usati per scagliare terribili maledizioni.
Si narra che qualche tempo fa in Giappone vivesse una certa ragazza. Durante un suo compleanno la madre le regalo un grazioso specchio. Non c'era niente che la ragazza preferisse allo specchio e non passava giorno che non ci si specchiasse dentro e ammirasse la sua immagine riflessa. Col tempo però la giovane mangiava sempre di meno e ben presto la sua condizione si aggravò, finché non divenne anoressica. Ma nonostante ciò la ragazza non capiva ciò che era diventata e lo specchio la ingannava mostrandole sempre un'immagine della giovane in salute e bella.
Un giorno decise che era tempo di decorare lo specchio e iniziò a colorarne la cornice del suo colore preferito, ovvero il viola.
Ma lo specchio da allora non fece altro che mostrarle la verità alla giovane e finalmente vide ciò che era diventata, una ragazza scarna e pallida, uno spettro di carne. In preda alla rabbia spacco lo specchio in mille pezzi, ma subito dopo se ne pentì, dopotutto era un oggetto che aveva da anni e un caro ricordo di sua madre. Comunque il tempo passò e la ragazza recuperò la sua salute e la sua bellezza. Sfortunatamente al suo ventesimo compleanno fu vittima di un terribile incidente stradale.
I soccorsi arrivarono in ritardo e non riuscirono a salvare la giovane che con le sue ultime parole disse :
"... lo specchio... viola"
Da allora si dice che le parole "specchio viola" siano maledette e che chi non riesca a dimenticarle prima del suo ventesimo compleanno sia destinato a morire prematuramente. Si racconta inoltre che sia possibile trovare nella camera delle vittime, un piccolo frammento di specchio... con della vernice viola.
Boo !
Finalmente Tosiaki ha finito di tradurre l'ultimo gioco della coppia Nao/Season of Twilight, ovvero l'attesissimo sequel di Paranormal Syndrome. Paranormal Syndrome 2 riesce non solo ad essere un degno erede del precedente capitolo, in quanto ne eredita, oltre la storia, anche alcune meccaniche, ma riesce a conservare una sua originalità. Questa volta però non prenderemo i panni di Mikoto, bensì quelli del detective Himuro Hitoshi accompagnato da un cast di vecchi e nuovi personaggi.
Non preoccupatevi però fan di Mikoto, la liceale rimane comunque un personaggio ricorrente del gioco e avremo più di un'occasione per rivederla. Le meccaniche invece sono state riviste e modificate per adattarle meglio al carattere del detective. Himuro infatti è in possesso di una pistola capace di danneggiare i nemici paranormali, questo ci permetterà di combattere i spettri/mostri/ecc ad armi pari. Naturalmente sia l'esplorazione che gli enigmi rimangono uno degli aspetti più importanti della nostra avventura. Per giunta spesso saremo guidati verso un obbiettivo specifico, specialmente nel terzo capitolo, come ad esempio arrivare ad un certo punto o recuperare un determinato oggetto.
Il gioco è diviso in "casi" ognuno dei quali ci porta ad un diverso luogo e nemico. I nemici, come al solito, si basano su storie dell'orrore giapponese e ognuno di loro ha una sua debolezza e spetterà a noi trovarla, o scoprirla a suon di pallottole !
La trama naturalmente vede il nostro detective impegnato in un caso, tre mesi dopo gli eventi di Paranormal Syndrome. Quello che però sembrava essere un caso isolato si rivelerà l'inizio di una nuova epidemia di eventi paranormali che colpirà diversi luoghi della città. Toccherà a Himuro e alla sua squadra fare luce su questi misteriosi avvenimenti. Ma il nostro detective ha più di un segreto nel suo passato, tra inseguimenti e formidabili battaglie, riuscirà Himuro a fermare questo secondo caso di Paranormal Syndrome ? Ma ad essere approfondito non sarà solo il suo passato, ma anche il suo rapporto con i colleghi e la storia della squadra speciale di cui fa parte.
Il gioco è abbastanza longevo e vi richiederà più di un ora per finirlo (facciamo due) e c'è un unico finale. Per giunta il gioco ha un livello di difficoltà che aumenta di caso in caso, infatti la battaglia con il boss del quarto caso (la penultima per intenderci) sarà dannatamente difficile (semimpossibile).
Capisco che questo posa far desistere molti di voi a giocarci, ma è un bel titolo e merita di avere una possibilità.
Naturalmente consiglio questo gioco a tutte le persone che hanno già completato il primo, sarebbe meglio per gli altri recuperare il precedente capitolo per capire meglio alcuni aspetti della trama.
Trovate il gioco qui.
Paranormal Syndrome 2
Non preoccupatevi però fan di Mikoto, la liceale rimane comunque un personaggio ricorrente del gioco e avremo più di un'occasione per rivederla. Le meccaniche invece sono state riviste e modificate per adattarle meglio al carattere del detective. Himuro infatti è in possesso di una pistola capace di danneggiare i nemici paranormali, questo ci permetterà di combattere i spettri/mostri/ecc ad armi pari. Naturalmente sia l'esplorazione che gli enigmi rimangono uno degli aspetti più importanti della nostra avventura. Per giunta spesso saremo guidati verso un obbiettivo specifico, specialmente nel terzo capitolo, come ad esempio arrivare ad un certo punto o recuperare un determinato oggetto.
Il gioco è diviso in "casi" ognuno dei quali ci porta ad un diverso luogo e nemico. I nemici, come al solito, si basano su storie dell'orrore giapponese e ognuno di loro ha una sua debolezza e spetterà a noi trovarla, o scoprirla a suon di pallottole !
La trama naturalmente vede il nostro detective impegnato in un caso, tre mesi dopo gli eventi di Paranormal Syndrome. Quello che però sembrava essere un caso isolato si rivelerà l'inizio di una nuova epidemia di eventi paranormali che colpirà diversi luoghi della città. Toccherà a Himuro e alla sua squadra fare luce su questi misteriosi avvenimenti. Ma il nostro detective ha più di un segreto nel suo passato, tra inseguimenti e formidabili battaglie, riuscirà Himuro a fermare questo secondo caso di Paranormal Syndrome ? Ma ad essere approfondito non sarà solo il suo passato, ma anche il suo rapporto con i colleghi e la storia della squadra speciale di cui fa parte.
Il gioco è abbastanza longevo e vi richiederà più di un ora per finirlo (facciamo due) e c'è un unico finale. Per giunta il gioco ha un livello di difficoltà che aumenta di caso in caso, infatti la battaglia con il boss del quarto caso (la penultima per intenderci) sarà dannatamente difficile (semimpossibile).
Capisco che questo posa far desistere molti di voi a giocarci, ma è un bel titolo e merita di avere una possibilità.
Naturalmente consiglio questo gioco a tutte le persone che hanno già completato il primo, sarebbe meglio per gli altri recuperare il precedente capitolo per capire meglio alcuni aspetti della trama.
Trovate il gioco qui.
Boo !
Una terribile figura si aggira per il Giappone, un misterioso essere è stata avvistato vagare per le vie di diverse città città.
Questo sembrerebbe una donna normale, dai lunghi capelli neri, ornati da un largo cappello bianco, e vestita con un lungo abito bianco, nonostante ciò la donna ha una peculiarità insolita, è alta più di 2 metri.
In realtà non è affatto una donna, ma uno spirito molto pericoloso, dal nome di Hachishakusama.
Si racconta che questo spirito sia sempre a caccia di bambini, che spia, grazie alla sua formidabile altezza, dal di sopra delle siepi che circondano i giardini. I bambini che, sfortunatamente, attirano la sua attenzione, solitamente, dicono di essere stati ignari della sua presenza finché non hanno notato una gigantesca ombra sopra di loro. Difficilmente le vittime riescono a sottrarsi da questa enigmatica figura, che si rivela essere uno spirito furbo e astuto. Lo spirito infatti è capace di imitare la voce di ogni adulto, con la quale cerca di trarre in inganno la sua giovane vittima facendola uscire dal posto dove questa si è nascosta. Inoltre una delle sue capacità è quella di "fiutare" il sangue delle sue vittime, grazie alla quale riesce a seguirle anche a distanza di tempo o di spazio.
Nei racconti spesso i giovani vengono protetti da gruppi composti da membri della stessa famiglia, che, avendo lo stesso sangue, riescono ad ingannarla, anche se per poco tempo. In tempi antichi, questo essere fu sigillato da diversi monaci che lo intrappolarono in mezzo a statue di divinità ormai dimenticate, ma con il tempo il sigillo si spezzò e Hachishakusama tornò a reclamare il suo macabro tributo. Spesso alcune sparizione misteriose di adulti, sembrano non avere alcuna spiegazione logica, finché, interrogati amici e parenti, non si scopre di un certo incidente avvenuto durante l'infanzia che tutti hanno taciuto o cercato di dimenticare...
Si parla persino di una giovane ragazza, che in gioventù era riuscita a scappare dall'essere e ad essersi trasferita negli Stati Uniti, dove aveva condotto una vita normalissima e aveva cercato di dimenticare l'incidente. Anni dopo il nonno, che l'aveva aiutata molto ai tempi, morì e la ragazza chiamò la nonna per porgerle le condoglianze. Parlarono a lungo del nonno e la nonna chiese più volte alla ragazza di tornare in Giappone, almeno per il funerale. Da prima la ragazza sembrò cedere alle parole dell'anziana, ma poi le tornò in mente l'incidente e chiese se lo spettro non sarebbe stato un problema.
La nonna cercò di tranquillizzarla, dicendo che erano passati diversi anni e che non era più una bambina, ma proprio quando la conversazione stava per avere termine, la voce della nonna scomparve e dal telefono uscì un terribile suono, che invano la giovane aveva cercato di dimenticare...
Quindi se mai sentirete questo terribile suono, non giratevi e iniziate a correre, Hachishakusama è dietro di voi...
"Hachishakusama"
Forse è un ricordo sbiadito della vostra infanzia, stavate giocando in giardino, quel giardino dalle siepi molto alte. Ad un tratto avete notato un'ombra sopra di voi, vi siete girati e avete visto una donna altissima, che vi spiava dall'alto delle siepi. Quando vi siete incrociati gli occhi, il ghigno sul suo volto si è aperto, è dalla sua bocca è uscito un verso singolare :
Po... po... po
Questo sembrerebbe una donna normale, dai lunghi capelli neri, ornati da un largo cappello bianco, e vestita con un lungo abito bianco, nonostante ciò la donna ha una peculiarità insolita, è alta più di 2 metri.
In realtà non è affatto una donna, ma uno spirito molto pericoloso, dal nome di Hachishakusama.
Si racconta che questo spirito sia sempre a caccia di bambini, che spia, grazie alla sua formidabile altezza, dal di sopra delle siepi che circondano i giardini. I bambini che, sfortunatamente, attirano la sua attenzione, solitamente, dicono di essere stati ignari della sua presenza finché non hanno notato una gigantesca ombra sopra di loro. Difficilmente le vittime riescono a sottrarsi da questa enigmatica figura, che si rivela essere uno spirito furbo e astuto. Lo spirito infatti è capace di imitare la voce di ogni adulto, con la quale cerca di trarre in inganno la sua giovane vittima facendola uscire dal posto dove questa si è nascosta. Inoltre una delle sue capacità è quella di "fiutare" il sangue delle sue vittime, grazie alla quale riesce a seguirle anche a distanza di tempo o di spazio.
Nei racconti spesso i giovani vengono protetti da gruppi composti da membri della stessa famiglia, che, avendo lo stesso sangue, riescono ad ingannarla, anche se per poco tempo. In tempi antichi, questo essere fu sigillato da diversi monaci che lo intrappolarono in mezzo a statue di divinità ormai dimenticate, ma con il tempo il sigillo si spezzò e Hachishakusama tornò a reclamare il suo macabro tributo. Spesso alcune sparizione misteriose di adulti, sembrano non avere alcuna spiegazione logica, finché, interrogati amici e parenti, non si scopre di un certo incidente avvenuto durante l'infanzia che tutti hanno taciuto o cercato di dimenticare...
Si parla persino di una giovane ragazza, che in gioventù era riuscita a scappare dall'essere e ad essersi trasferita negli Stati Uniti, dove aveva condotto una vita normalissima e aveva cercato di dimenticare l'incidente. Anni dopo il nonno, che l'aveva aiutata molto ai tempi, morì e la ragazza chiamò la nonna per porgerle le condoglianze. Parlarono a lungo del nonno e la nonna chiese più volte alla ragazza di tornare in Giappone, almeno per il funerale. Da prima la ragazza sembrò cedere alle parole dell'anziana, ma poi le tornò in mente l'incidente e chiese se lo spettro non sarebbe stato un problema.
La nonna cercò di tranquillizzarla, dicendo che erano passati diversi anni e che non era più una bambina, ma proprio quando la conversazione stava per avere termine, la voce della nonna scomparve e dal telefono uscì un terribile suono, che invano la giovane aveva cercato di dimenticare...
Po... po... po
Quindi se mai sentirete questo terribile suono, non giratevi e iniziate a correre, Hachishakusama è dietro di voi...
Boo !
Clock Tower II
The Ghost Head
Quando si parla di Clock Tower II: Ghost Head (conosciuto anche come Ghost Tower II: The Struggle Within ovvero il conflitto interiore), si parla di un disastro di videogioco. La pessima grafica e il pessimo doppiaggio non facevano altro che evidenziare i grossi buchi di una trama confusionaria e completamente separata dai due giochi precedenti [ieri me ne ero dimenticato, ma dopo Clock Tower: the First Fear (1995) era uscito Clock Tower (1996) che continuava la storia di Jennifer e di scissorman] tanto da renderlo uno spin-off della serie principale. Inoltre il gameplay difficile e vendicativo (morivi facendo e non facendo, anche a distanza di capitoli !) lo resero un titolo detestato dalla maggior parte dei fan.
Nonostante ciò, anche questo titolo presentava un prologo manga, abbastanza breve (sono solo 8 pagine) e che anticipava le due personalità della protagonista (Alyssa e Bates) e il primo stalker del gioco (Stephanie). Be ma adesso basta chiacchiere ecco a voi la "testa fantasma" !