Pixelated

Horror
Boo !

Parliamo di 
Yomawari a night alone



Un gioco che lascia perpressi, questo è Yomawari: a night alone. E' uno di quei giochi che non capisci bene cos'è nemmeno una volta finito, si tratta di un gioco che punta tutto sull'ambiente ? sul creare un senso di tensione ? oppure sull'estetica, sul confronto tra le orride creature che vagano per la città e la semplicità con cui è disegnata la piccola protagonista ? Di certo ciò su cui il gioco non punta è la trama, che risulta essere un mero pretesto per introdurci nelle meccaniche del gioco e per definire il nostro obiettivo.



Il gioco ha inizio con la nostra giovane protagonista che sta portanto a spasso il cane ...bzzzz.....bzzzz..interferenza..bzzz....bzzz...
Una volta tornata a casa, la sorella maggiore uscirà alla ricerca del cane, ma la nostra protagonista, preoccupata per i due si metterà a cercarli in una città deserta e piena di mostri.


In pratica il nostro obiettivo è quello di trovare il nostro cane e nostra sorella e per farlo dovremo addentrarci nei più oscuri meandri della città. Quest'ultima è la vera protagonista del gioco, una città rurale giapponese che, dopo aver subito un boom economico, vive ora un periodo di ristagno e decadenza. Non sarà raro infatti imbatterci in vecchi negozi abbandonati, sopratutto nella parte bassa della città, dove presto sorgerà un centro commerciale. Una vecchia fabbrica giace alla fine della città bassa, ormai abbandonata da troppo tempo, non è nient'altro che un covo di ruggine e macerie. A nord invece è presente un vecchio dirupo, proprio sopra a delle vaste risaie, che offre una belissima vista della città, se non fosse estramemente pericoloso salirci. Altri lotti abbandonati sono sparsi per la città, rifugio di gatti selvatici e vecchie auto arruginite, per non parlare del parco abbandonato di fianco alla scuola, quest'ultima è uno degli unici edifici in buono stato della città.



Eppure le vie di questo piccolo borgo giapponese pupulano, di notte, di misterioso figure erranti. Mostri e fantasmi sono sparsi per la città e sono intenzionati a non farsi sfuggire la tenera carne della nostra protagonista. Ogni notte saremo costretti ad affrontare i più grandi orrori della città, ognuno in un luogo diverso, ognuno raccapricciante.



Con queste premesse sembra davvero che ci troviamo davanti a un capolavoro, una piccola perla quasi perfetta, eppure, giocandoci, anche per poco, si notano alcuni gravi problemi.
Inanzitutto il gioco è estremamente frustrante, ci troveremo spesso dinanzi a situazioni in cui non abbiamo visto chi ci ha ucciso, dove il gioco risulta anche essere scorretto lasciando dei mostri con un hitbox davvero grande in confronto ad uno sprite molto piccolo. Inoltre dei mostri non conosciamo quasi niente, tranne che in rare occasioni, non sappiamo come comportarci, se sono più sensibili a certi oggetti, rispetto ad altri, o quanto dannatamente questi siano veloci. Siamo sempre vittime della sindrome del grassone del mcDonald che non riesce a seminare dietro di se alcuni mostri, che sembrano, invecem addestrati da Usain Bolt nella nobile arte dei 100 metri. Per non parlare di altri mostri, quasi del tutto invisibili o che appaiono negli angoli più bui delle vie e di cui ci renderemo conto dell'esistenza ormai troppo tardi. Nostri fedeli alleati saranno i cespugli e i cartelloni sparsi per la città che ci permetteranno di nasconderci dai nemici, questa è una delle meccaniche che ho trovato particolarmente fastidiose, una volta nascosti non vedremo più l'ambiente che ci circonda, ma compariranno invece delle nubi rosse che rappresentano i nemici. Una volta che vedremo queste scomparse, sapremo che la via è libera e potremo di nuovo uscire. La cosa frustante è che alcuni mostri seguono un percorso prestabilito e che quindi non si leveranno dai piedi tanto presto. 



Quando non dovremo scappare, o nasconderci, dai mostri più disparati, ci ritroveremo, spesso e volentieri, a raccogliere oggetti. Questi servono ad ampriare la nostra conoscenza della lore del gioco.. o almeno qualcuno. A volte ci troveremo davanti ad oggetti completamente inutili, che non raccontano nulla e che sembrano sparsi quasi a caso.Nonostante alcuni di questi possano essere semplicemente oggetti che attirano l'attenzione della bambina, come ad esempio l' "insetto morto", mi sono chiesto se, oltre ad essere semplicemente oggetti per i soliti collezionisti 100%, non sarebbe stato meglio inserire al loro posto qualcosa di diverso che ampliasse quel poco che conosciamo del mondo del gioco.


Altre meccaniche del gioco saranno le statue jinzo, che ci permetteranno di effettuare un salvataggio rapido. Questo ci permetterà di tornare alla statua nel caso in cui un mostro avrà messo fine alla nostra esplorazione. Questa meccanica è un altro grosso problema del gioco, nonostante riesca a facilitare il gioco, va contro all'ambiente di tensione che il gioco si impegna a creare. In pratica non importa cosa faremo, una volta salvato in questi posti sapremo di essere comunque al sicuro.



In conclusione, Yomawari, riesce senza dubbio ad affascinare con la sua semplicità, un'estetica fresca e originale e, in ultimo, anche con la creazione di un ambiente di tensione dove ci sentiremo persi e in perenne pericolo. Nonostante ciò riesce a cadere in alcuni aspetti come il gameplay e la trama che risultano troppo semplici e poco sfruttati. Insomma Yomawari non è un gioco per tutti e che consiglio soltanto a coloro che, armati di tanta pazienza, vogliano immergersi in un mondo non perfetto, ma molto particolare.
Boo !

Blight Dream
ovvero
Sogno arruginito



Tempo fa vi avevo parlato di Blank Dream, nato dal lavoro di Kanawo/Tanako (Teriyaki Tomato) [ovvero non ci capisco niente di nickname giapponesi], recentemente l'autore ( o autrice ?) ha pubblicato un altro gioco di quella che può essere definita la serie Dream ( non sono a conoscenza se ci sarà un terzo gioco, ma i due giochi: Blank e Blight sono ambientato nello stesso mondo).

Ma non mi dire


Abbandonato rpg maker Ace per Smile Game Builder, il gioco sfrutta l'engine in 3d per presentare una grafica fresca e dai toni un po retrò. Lasciamo quindi i pixel per addentrarci in un mondo diverso dal solito, che in qualche modo mi ricordo la grafica del nintendo ds.

Un traumatico incidente ha per sempre segnato Michiru Orihara, condannata ogni giorno a non avere memoria di quello precedente. Col tempo la giovane ha studiato un metodo per conservare i suoi ricordi: scriverli su un diaro. Eppure, nonostante questo, sente che qualcosa, successa dopo l'incidente le sfugga, qualcosa che non compare nemmeno nelle pagine del suo diario. Armata soltanto della sua curiosità, Michiru si mette alla ricerca dei propri ricordi nella sua casa, ma sembra che suo fratello, Yuu, preferisca che certe cose rimangano per sempre 
nel nebbioso passato della protagonista.



La trama, per quanto come potete vedere, risulti abbastanza originale, diventa prevedibile man mano che si va avanti col gioco, frutto anche della decisione di un gameplay lineale che non prevede finali alternativi. Il gameplay invece risulta essere abbastanza originale, ci troviamo praticamente in un gioco stealth, dove la protagonista dovrà evitare di essere scoperta dal fratello mentre indaga in certe zone, o fa certe azioni. Non si tratta però di un mero, evitare e basta, certe azioni si possono pianificare in seguito ai movimenti del fratello, che non rimarrà fermo in un solo punto, ma si sposterà anche in altre stanze della casa. Nel caso però questi si troverà in una stanza in cui vorremo indagare è possibile mandare avanti il tempo (il piccolo orologio in alto a destra) usando il nostro letto, potremo infatti schiacciare un riposino e vedere se, in un'altra parte della giornata, nostro fratello si sia spostato in un'altra stanza. Inoltre alterneremo queste fasi di indagini ad altre fasi che avvengono nel mondo dei sogni( o ricordi) dove dovremo cimentarci con dei veri e propri labirinti: rappresentazioni dell'incapacità della protagonista di memorizzare i luoghi che ha visitato in passato.
Per il resto non c'è molto da dire, i personaggi non sono molto caratterizzati, spesso vengono ridotti sopratutto a scambi di battute buttati sul finale, come per cercare di renderli più importanti proprio verso la fine. L'engine ha dei chiari limiti che vengono sfruttati per evidenziare la patologia della giovane ragazza che però rendono alcune parti un po' piatte (come ad esempio nella galleria dei quadri). Insomma, Blight Dream è un gioco che vi consiglio ?



Si e no, non aspettatevi di avere tra le mani quella piccola perla che si era rivelato Blank Dream, aspettatevi più un esperimento con un nuovo engine, qualcosa che punta molto su un gameplay originale a discapito di una storia che non riesce a svilupparsi nel migliore dei modi. Eppure è un gioco semplice che vi può regalare un paio d'ore di svago. Trovate il gioco qui.