Pixelated

Horror
Boo !

Parliamo di 
Yomawari a night alone



Un gioco che lascia perpressi, questo è Yomawari: a night alone. E' uno di quei giochi che non capisci bene cos'è nemmeno una volta finito, si tratta di un gioco che punta tutto sull'ambiente ? sul creare un senso di tensione ? oppure sull'estetica, sul confronto tra le orride creature che vagano per la città e la semplicità con cui è disegnata la piccola protagonista ? Di certo ciò su cui il gioco non punta è la trama, che risulta essere un mero pretesto per introdurci nelle meccaniche del gioco e per definire il nostro obiettivo.



Il gioco ha inizio con la nostra giovane protagonista che sta portanto a spasso il cane ...bzzzz.....bzzzz..interferenza..bzzz....bzzz...
Una volta tornata a casa, la sorella maggiore uscirà alla ricerca del cane, ma la nostra protagonista, preoccupata per i due si metterà a cercarli in una città deserta e piena di mostri.


In pratica il nostro obiettivo è quello di trovare il nostro cane e nostra sorella e per farlo dovremo addentrarci nei più oscuri meandri della città. Quest'ultima è la vera protagonista del gioco, una città rurale giapponese che, dopo aver subito un boom economico, vive ora un periodo di ristagno e decadenza. Non sarà raro infatti imbatterci in vecchi negozi abbandonati, sopratutto nella parte bassa della città, dove presto sorgerà un centro commerciale. Una vecchia fabbrica giace alla fine della città bassa, ormai abbandonata da troppo tempo, non è nient'altro che un covo di ruggine e macerie. A nord invece è presente un vecchio dirupo, proprio sopra a delle vaste risaie, che offre una belissima vista della città, se non fosse estramemente pericoloso salirci. Altri lotti abbandonati sono sparsi per la città, rifugio di gatti selvatici e vecchie auto arruginite, per non parlare del parco abbandonato di fianco alla scuola, quest'ultima è uno degli unici edifici in buono stato della città.



Eppure le vie di questo piccolo borgo giapponese pupulano, di notte, di misterioso figure erranti. Mostri e fantasmi sono sparsi per la città e sono intenzionati a non farsi sfuggire la tenera carne della nostra protagonista. Ogni notte saremo costretti ad affrontare i più grandi orrori della città, ognuno in un luogo diverso, ognuno raccapricciante.



Con queste premesse sembra davvero che ci troviamo davanti a un capolavoro, una piccola perla quasi perfetta, eppure, giocandoci, anche per poco, si notano alcuni gravi problemi.
Inanzitutto il gioco è estremamente frustrante, ci troveremo spesso dinanzi a situazioni in cui non abbiamo visto chi ci ha ucciso, dove il gioco risulta anche essere scorretto lasciando dei mostri con un hitbox davvero grande in confronto ad uno sprite molto piccolo. Inoltre dei mostri non conosciamo quasi niente, tranne che in rare occasioni, non sappiamo come comportarci, se sono più sensibili a certi oggetti, rispetto ad altri, o quanto dannatamente questi siano veloci. Siamo sempre vittime della sindrome del grassone del mcDonald che non riesce a seminare dietro di se alcuni mostri, che sembrano, invecem addestrati da Usain Bolt nella nobile arte dei 100 metri. Per non parlare di altri mostri, quasi del tutto invisibili o che appaiono negli angoli più bui delle vie e di cui ci renderemo conto dell'esistenza ormai troppo tardi. Nostri fedeli alleati saranno i cespugli e i cartelloni sparsi per la città che ci permetteranno di nasconderci dai nemici, questa è una delle meccaniche che ho trovato particolarmente fastidiose, una volta nascosti non vedremo più l'ambiente che ci circonda, ma compariranno invece delle nubi rosse che rappresentano i nemici. Una volta che vedremo queste scomparse, sapremo che la via è libera e potremo di nuovo uscire. La cosa frustante è che alcuni mostri seguono un percorso prestabilito e che quindi non si leveranno dai piedi tanto presto. 



Quando non dovremo scappare, o nasconderci, dai mostri più disparati, ci ritroveremo, spesso e volentieri, a raccogliere oggetti. Questi servono ad ampriare la nostra conoscenza della lore del gioco.. o almeno qualcuno. A volte ci troveremo davanti ad oggetti completamente inutili, che non raccontano nulla e che sembrano sparsi quasi a caso.Nonostante alcuni di questi possano essere semplicemente oggetti che attirano l'attenzione della bambina, come ad esempio l' "insetto morto", mi sono chiesto se, oltre ad essere semplicemente oggetti per i soliti collezionisti 100%, non sarebbe stato meglio inserire al loro posto qualcosa di diverso che ampliasse quel poco che conosciamo del mondo del gioco.


Altre meccaniche del gioco saranno le statue jinzo, che ci permetteranno di effettuare un salvataggio rapido. Questo ci permetterà di tornare alla statua nel caso in cui un mostro avrà messo fine alla nostra esplorazione. Questa meccanica è un altro grosso problema del gioco, nonostante riesca a facilitare il gioco, va contro all'ambiente di tensione che il gioco si impegna a creare. In pratica non importa cosa faremo, una volta salvato in questi posti sapremo di essere comunque al sicuro.



In conclusione, Yomawari, riesce senza dubbio ad affascinare con la sua semplicità, un'estetica fresca e originale e, in ultimo, anche con la creazione di un ambiente di tensione dove ci sentiremo persi e in perenne pericolo. Nonostante ciò riesce a cadere in alcuni aspetti come il gameplay e la trama che risultano troppo semplici e poco sfruttati. Insomma Yomawari non è un gioco per tutti e che consiglio soltanto a coloro che, armati di tanta pazienza, vogliano immergersi in un mondo non perfetto, ma molto particolare.
Boo !

Blight Dream
ovvero
Sogno arruginito



Tempo fa vi avevo parlato di Blank Dream, nato dal lavoro di Kanawo/Tanako (Teriyaki Tomato) [ovvero non ci capisco niente di nickname giapponesi], recentemente l'autore ( o autrice ?) ha pubblicato un altro gioco di quella che può essere definita la serie Dream ( non sono a conoscenza se ci sarà un terzo gioco, ma i due giochi: Blank e Blight sono ambientato nello stesso mondo).

Ma non mi dire


Abbandonato rpg maker Ace per Smile Game Builder, il gioco sfrutta l'engine in 3d per presentare una grafica fresca e dai toni un po retrò. Lasciamo quindi i pixel per addentrarci in un mondo diverso dal solito, che in qualche modo mi ricordo la grafica del nintendo ds.

Un traumatico incidente ha per sempre segnato Michiru Orihara, condannata ogni giorno a non avere memoria di quello precedente. Col tempo la giovane ha studiato un metodo per conservare i suoi ricordi: scriverli su un diaro. Eppure, nonostante questo, sente che qualcosa, successa dopo l'incidente le sfugga, qualcosa che non compare nemmeno nelle pagine del suo diario. Armata soltanto della sua curiosità, Michiru si mette alla ricerca dei propri ricordi nella sua casa, ma sembra che suo fratello, Yuu, preferisca che certe cose rimangano per sempre 
nel nebbioso passato della protagonista.



La trama, per quanto come potete vedere, risulti abbastanza originale, diventa prevedibile man mano che si va avanti col gioco, frutto anche della decisione di un gameplay lineale che non prevede finali alternativi. Il gameplay invece risulta essere abbastanza originale, ci troviamo praticamente in un gioco stealth, dove la protagonista dovrà evitare di essere scoperta dal fratello mentre indaga in certe zone, o fa certe azioni. Non si tratta però di un mero, evitare e basta, certe azioni si possono pianificare in seguito ai movimenti del fratello, che non rimarrà fermo in un solo punto, ma si sposterà anche in altre stanze della casa. Nel caso però questi si troverà in una stanza in cui vorremo indagare è possibile mandare avanti il tempo (il piccolo orologio in alto a destra) usando il nostro letto, potremo infatti schiacciare un riposino e vedere se, in un'altra parte della giornata, nostro fratello si sia spostato in un'altra stanza. Inoltre alterneremo queste fasi di indagini ad altre fasi che avvengono nel mondo dei sogni( o ricordi) dove dovremo cimentarci con dei veri e propri labirinti: rappresentazioni dell'incapacità della protagonista di memorizzare i luoghi che ha visitato in passato.
Per il resto non c'è molto da dire, i personaggi non sono molto caratterizzati, spesso vengono ridotti sopratutto a scambi di battute buttati sul finale, come per cercare di renderli più importanti proprio verso la fine. L'engine ha dei chiari limiti che vengono sfruttati per evidenziare la patologia della giovane ragazza che però rendono alcune parti un po' piatte (come ad esempio nella galleria dei quadri). Insomma, Blight Dream è un gioco che vi consiglio ?



Si e no, non aspettatevi di avere tra le mani quella piccola perla che si era rivelato Blank Dream, aspettatevi più un esperimento con un nuovo engine, qualcosa che punta molto su un gameplay originale a discapito di una storia che non riesce a svilupparsi nel migliore dei modi. Eppure è un gioco semplice che vi può regalare un paio d'ore di svago. Trovate il gioco qui.
Boo !

From Next Door
ovvero
Dalla porta accanto



Ieri vi ho presentato il manga di Junji Ito "The window next door", oggi invece vi parlo del gioco ispirato proprio da quel lavoro. Sviluppato da SpaceZeta per la Pixel Horror Jam 2016, il gioco conquista da subito con una grafica sviluppata in modo che richiami quella di un vecchio gameboy.
Totalmente originale, l'estetica scelta per affrontare questo gioco, non solo strizza l'occhio alla vecchia console di casa nintendo, ma anche al manga di Junji Ito, sostituendo al bianco e nero dei toni di seppia che permettono di creare un ambiente non troppo monotono. Non si poteva scegliere in maniera migliore, l'uso dei colori avrebbe snaturato la compente horror del gioco che invece risalta con questa scelta. L'estetica è la carta principale che viene giocata in questo gioco, curata nei minimi dettagli, come nel menù del gioco, fa risaltare l'orribile aspetto della creatura che sarà alle nostre calcagna che, con il suo orribile gnigno, riesce sempre a conquistare le scene, tristemente non così tante, in cui appare.



Parliamo ora della storia, questa non è assolutamente fedele al manga, nonostante sia abbientata nella stessa casa. Non ci troveremo per tanto nei panni del protagonista della storia ma in quelli di una giovane ragazza:

Namie Matsuda si è appena trasferita nella sua nuova casa, una villetta su due piani. 
Comprata a un prezzo molto basso, la casa sembra essere in ottime condizioni.
Un affare troppo bello per essere vero e, come presto Namie scoprirà, qualcosa di terribile scruta ogni sua mossa nella casa. L'orrore avrà inizio quando, incuriosita, aprirà la porta, chiusa con un chiave che il precedente proprietario ha nascosto, di una stanza al secondo piano. Una stanza con una misteriosa finestra che inquadra l'unica finestra della strana casa di fronte...



Nonostante la trama perda quel senso di indecifrabile dell'opera di Junji, c'è da dire che la trama risulta abbastanza solida, nonostante la protagonista riesca a compiere tutte le scelte base di chi vuole morire in un film dell'orrore. Nonostante la voglia suicida di Namie, i finali riescono in qualche modo a riprendere quella vaghezza orribile, e qualche volta persino spietata, delle opere dell'autore principale. Il gameplay non brilla per originalità, anche se, bisogna precisare che avremo un esiguo numero di scelta da prendere nella nostra avventura che ci permetteranno di raggiungere diversi finali, di cui solo due buoni. 

Ci troviamo quindi davanti a un gioco solido e ben realizzato, capace anche di poter inquietare il giocatore. Nonostante si distacchi dall'opera principale, riesce comunque a proseguire nel suo intento di raccontare una storia diversa e originale. Vi consiglio caldamente di provare questo gioco e, di leggere il manga prima e dopo,  per poter trovare meglio i rimandi e le differenze tra i due lavori. Vi consiglio anche di chiudere la finestra, si, quella che si trova nella vostra camera, prima di premere "nuova partita".
Non si sa mai chi o cosa possa starvi spiando da un'altra buia e tetra finestra.


Trovate il gioco qui: https://rpgmaker.net/games/9215/

Boo !

Speciale
From next door

Il Manga

Junji Ito è un celebre mangaka giapponese autore di molte storie dell'orrore di cui fa parte anche "La finestra della casa accanto" (The window next door). Lo stile unico e spaventoso di Junji è capace di trasformare anche gli oggetti e i soggetti più comuni in terribili incubi capaci di terrorizzare chiunque. Il manga ha ispirato "Spacezeta" nella creazione del gioco "From next door" di cui vi parlerò nella seconda parte di questo speciale. Inanzitutto, bisogna partire dal materiale che ha ispirato il gioco, ovvero il manga. Mi sono prontalmente cimentato nella traduzione di questo fumetto che potete leggere qua sotto. Che altro dirvi ? Buona lettura !

















Boo !

Hantu Kumkum

In Malesia viveva un tempo una bellissima donna, perennemente insoddisfatta della sua figura. Col tempo, e con la perdita della gioventù, la sua condizione peggiorò, tanto che si mise alla ricerca dei modi più disparati per conservare, e migliorare, il suo aspetto. La sua ricerca la condusse fino all'abitazione di un bomoh, uno stregone malesiano, questi gli confidò che esisteva un modo per riportarla all'antica bellezza. L'uomo arrivò persino a prometterle che la sua bellezza sarebbe durata in eterno grazie alle sue conoscenze arcane e a potenti incantesimi di magia nera. Ammaliata da queste parole la donna accettò senza dubbi la proposta dello sciamano che le consegnò una misteriosa boccetta.  L'uomo precisò che la donna non doveva fare altro che berne il contenuto e che per trenta giorni non si sarebbe mai dovuta specchiare.  

La donna però incominciò a innervosirsi, più il tempo passava, più sentiva la sua pelle diventare più soffice, morbida. Ogni volta che si ispezionava il viso con le sue dita, trovava sempre meno rughe e imperfezioni. La curiosità, infine, ebbe la meglio sulla donna che, il ventinovesimo giorno, decise di guardarsi allo specchio. Appena si avvicinò allo specchio però, questo si ruppe, così come il suo volto. La sua faccia cominciò a riempirsi di verruche e a trasformarsi in una maschera grottesca, tanto orribile da inorridire chiunque la guardasse. 

La sfortunata, quanto vanitosa, donna corse immediatamente nella casa del bomoh, scongiurandolo con tutte le forze che aveva di aiutarla. Lo stregone le rispose che nulla che lui possedeva poterla aiutarla, c'era un solo modo per recuperare la sua antica bellezza ed era quello di bere il sangue di quante più giovani donne le fosse possibile.

Da quel giorno per le strade della Malesia cominciò a circolare una storia alquanto strana, si parlava di una donna coperta da un jibab, un velo tipico malesiano, che vaga per le strade a notte fonda. Bussa alla porte delle case, sussurrando "Kumkum", da cui prende il nome, appunto Hantu Kumkum (ovvero il fantasma Kumkum). Si dice che, ancora adesso nonostante siano passati anni, vada alla ricerca del sangue di giovani donne per recuperare quella bellezza che la sua vanità gli fece perdere.

Ora scusate ma devo andare ad aprire, chi mai potrà bussare alla mia porta in una notte
 così tetra e fredda ?
Boo !

Suster Ngesot



Una tetra figura vaga per gli ospedali indonesiani di notte, riversa in una pozza di sangue, la pallida e sofferente figura di una donna si muove con estrema difficoltà. Priva di gambe, striscia sul pavimento con un ventre gonfio e una lacera e vecchia divisa da infermiera. I lunghi capelli neri sciolti ondeggiano e arrivano fino a toccare la pozza sanguinolenta che questa macabra figura lascia al suo passaggio.
Ma chi è questa enigmatica figura ?

Alcuni sostengono che si tratta di una sfortunata infermiera, rimasta incinta di un noto e affermato dottore. L'uomo, già sposato, cercò di far abortire la donna, ma, questa rifiutò. Sentendo minacciata la sua reputazione decise di eliminare la donna. Orribilmente sfigurato il cadavere della donna fu smembrato e le sue parti vennero nascoste nel terreno dell'ospedale, l'unica eccezione furono le gambe che vennero invece puntualmente cremate nell'inceneritore dell'edificio. 

Per questo si narra che di notte l'infermiera riemerga dalla morte e che vaghi lunghi i corridori degli ospedali alla ricerca delle sue parti mancanti.
Boo !


La bambola Mary



Com'è accaduto con "Paranormal Syndrome" nel bel mezzo di una partita di Yomawari: a night alone (di cui vi parlerò prima o poi), mi sono imbattuto nella storia di un terribile fantasma che ho voluto approfondire. Una breve ricerca su internet mi ha portato a scoprire che si tratta effettivamente di una leggenda urbana nipponica che circola da un po' di tempo. Una storia che fa più o meno così:


Non molto tempo fa viveva con la sua famiglia una ragazza che possedeva
una bambola all'occidentale.
Dai lunghi capelli biondi, incorniciati da un grazioso cappellino,
 e con un vestito bianco, la bambola portava il nome di Mary.
Inseparabile l'una dall'altra, le due passarono numerose giornate assieme
a vivere fantastiche avventure.
Accadde un giorno che il padre della bambina trovò un nuovo lavoro
in un'altra città e dovette trasferirsi con la famiglia.
Durante il trasporto, in maniera del tutto accidentale, la bambola
andò persa, intristendo moltissimo la bambina.

I giorni passarono e ben presto la giovane, assuefatta dalla frenesia di 
una nuova casa, dei nuovi amici e dei nuovi luoghi da scoprire, si dimenticò
della sua vecchia amica di giochi.
Capitò, diverse sere dopo, che i suoi genitori lasciarono la bambina sola a casa.
Curiosamente, il telefono di casa, iniziò a squillare insistentemente dopo che i 
genitori erano usciti da qualche minuto.
Da prima la giovane non volle rispondere al telefono, ma, vista l'evidente
insistenza di chiunque fosse dall'altro lato della cornetta, decise di rispondere.
Una voce stridula imemdiatamente rispose:

"Ciao, sono Mary. Ora mi trovo in discarica"

La ragazza spaventata riattacò il telefono, ma questi riprese subito a squillare.

"Ciao, sono Mary. Ora mi trovo al negozio sotto casa"

La ragazza stava per riattaccare il telefono quando la voce uscì ancora
una volta dalla cornetta.

"Ciao, sono Mary. Ora mi trovo davanti a casa tua"

Decisa ad affrontare questa invadente persona una volta per tutte, la bambina aprì
la porta, non senza qualche timore, per vedere finalmente, chi questa Mary fosse.
Ma non trovò nessuno oltre la  porta.
Non c'era nessuno nelle vicinanza, la strada era tranquilla e non si
sentiva altro rumore che quello dell'elettricità di qualche obsoleto lampione.
"Sarà stato uno stupido scherzo" sentenziò sollevata nella sua testa la ragazza.
Passarono molti minuti e la giovane stava passa per salire al secondo piano,
pronta per coricarsi, quando nuovamente il telefono squillò.
"Ancora ?" pensò  la giovane alzando la cornetta, pronta a rispondere
per le rime a quel buffone. Ma, appena alzata la cornetta, fu interrotta
nuovamente dalla voce stridula che disse:

" Ciao, sono Mary. Ora sono dietro di te"

La ragazza deglutì, tremando riattaccò la cornetta e si girò lentamente.

Cosa trovò alle sue spalle ? Questo è motivo di discussione ancora oggi !
Alcuni sostengono che dietro di sè la giovane trovò la sua bambola preferita, 
ormai logora e sbiadita, che brandiva un grosso coltellaccio.
Naturalmente la storia si concluderebbe con dei genitori che, ignari, aprono
la porta della loro casa, illuminando una macabra scena.
Il corpo massacrato di una bambina, quasi irriconoscibile, con una
strana bambola al centro della stanza e un coltello insanguinato tra le due.


Ma esiste anche un'altra versione della storia di Mary,
una versione ancora più sinistra e tetra.
Dietro di sè la bambina non trovò nessuno.
Ma il telefono, quella notte, squillo nuovamente e ancora una
volta la voce stridula uscì dalla cornetta.

Questa volte in lacrime, la voce implorava
la bambina di indicargli la strada di casa, si era persa.
La giovane questa volta riattaccò la cornetta senza dire una parola.
Da allora si dice che la bambola Mary vaghi senza sosta alla ricerca della
sua vecchia amica.
Si dice che chiami ogni notte e che la sfortunata ragazza che
risponda alla sua chiamata, vada incontro ad un tragico destino.
Chissà dove si troverà adesso quella bambola malefica...


...cosa sarà mai stato quel rumore dietro di voi ?
Boo !


The Hanged Man
ovvero
L'impiccato



Rieccomi, scusate la mia lunghissima assenza, ma mi sono laureato! Ho conseguito la laurea triennale un paio di mesi fa e, dopo una meritata pausa, mi sono deciso a rispolverare questo blog che, purtroppo, ho bistrattato troppo a lungo. Vista l'uscita dell'ultimo episodio della serie "The strange man" quale modo migliore di galvanizzare questo blog se non con la serie con cui tutto è iniziato ?
Tutto ebbe inizio con "The Crooked Man" e, un nuovo inizio, sarà dato dalla fine di questa serie che ha profondamente segnato questo blog e, almeno credo, il mondo degli indie horror.



Cronologicamente parlando, il gioco è un seguito di The Boogie Man che era ambientato a qualche tempo di distanza sia da The Sandman che da The Crooked Man, e vuole essere l'ultimo capitolo che mette fine alla serie "The Stranger Man" anche se sono previsti dei spinoff.

La nostra storia ha inizio in una nevosa serata, 
un ragazzo percorre le vie deserte di una città.
Il giovane, ignaro degli avvenimenti in cui si andrà a cacciare, prosegue con passo incerto, 
il suo futuro e il suo passato sono circondati da oscure figure, 
che prenderanno forma il giorno seguente.
Il caso condurrà il ragazzo dinanzi a un decrepito cancello, custode dell'entrata di 
uno strano edificio.



La trama proseguirà conducendoci, come c'era da aspettarsi, nei protagonisti degli scorsi capitoli che, ci accompagneranno in questa nuova avventura. La trama è il punto forte del gioco, assieme ai personaggi, è uno degli aspetti migliori del gioco. La storia infatti non è originale e interessante e lo sviluppo che ci conduce ai cinque finali possibili (tre negativi e due positivi), ci permette di capire come il protagonista reagisca nei diversi scenari in cui la storia può diramarsi. Parliamo adesso brevemente dei personaggi, sopratutto della new entry: William. Il giovane è uno dei più credibili 14enni del mondo videoludico, non viene mai mostrato in maniera troppo adulta o bambinesca, ma gli vengono dati i giusti tratti sia del primo che del secondo aspetto. Di nuovi personaggi introdotti, non c'è ne sono così molti, ma, quei pochi che ci sono, risultano interessanti e anche realistici (topi esclusi ovviamente). I vecchi personaggi che ritornano ci mostrano come i precedenti capitoli li abbiano temprati e cambiati, vedremo infatti una Sophie più socievole e un Keith un po' (mooolto poco) scontroso rispetto ai loro rispettivi capitoli.



A livello di gameplay nulla è cambiato, Uri si rifà alle solite meccaniche di esplorazione e risoluzione di enigmi a cui ci ha abituato in questi anni. L'unica nota, un po' polemica, che mi sento di fare è quella di come si sia persa, nel corso della serie, quella vena horror, che caratterizzava The Crooked Man, che rimane il capitolo più spaventoso di questa tetralogia. A tornare sono anche le voci dei personaggi che, come fu con The Boogie Man, riescono a trasmettere più personalità e profondità al cast.

Insomma "The Hanged Man" risulta essere un solido e ben realizzato gioco, il metodo perfetto per chiudere la serie degli "Uomini Strani" e salutare, anche se non definitivamente, tutti quei personaggi a cui ci siamo affezzionati nel vari capitoli di questa fantastica tetralogia.
Trovate il gioco qui: http://vgperson.com/games/hangedman.htm.
Boo !


Halloween 2016

Finalmente Halloween è arrivato, come potevo lasciarvi senza neanche un piccolo post ?
Ma, dato che il mio tentativo di una storia al giorno è naufragato, ho deciso di fare qualcosa di diverso! Per questo ho pensato di parlarvi un po' del mio rapporto con certi titoli horror. Ecco quindi una carrellata di videogiochi e altro, che mi sono piaciuti o meno!


1 Project Zero/Fatal Frame


Come molti lettori già sapranno, una delle mie saghe preferite è "Project Zero" (Conosciuta anche come Fatal Frame). I giochi sono ambientati in varie location (dalle case agli ospedali, passando per i villaggi) infestate da terribili fantasmi. A piacermi di questa saga è sopratutto come vengono curati i luoghi, solitamente è un tripudio di vecchio Giappone, che da buono storico (si io studio storia in università) apprezzo oltremisura. Vecchi tori, tatami impolverati e kimoni appesi riescono anche da soli a comunicare lo scorrere del tempo. Non iniziai questa saga dal primo capitolo, bensì dal terzo (Project Zero 3 the tormented) e nonostante il trauma lasciatomi dalle bambine armate di paletto (rinominate bambine-hitler durante la mia prima run) rimane uno dei giochi che mi ha spaventato di più e il primo horror a cui abbia mai giocato sulla mia vecchia e gloriosa PS2.

2 Silent Hill 2

Se Project Zero 3 fu il mio primo horror, Silent Hill 2 ha il pregio di essere diventato col tempo il mio videogioco horror preferito. Il nostro protagonista James Sunderland si reca nella nebbiosa cittadina di Silent Hill dopo aver ricevuto una misteriosa lettera dalla sua defunta moglie, che lo invita nella città. Ma le cose stanno davvero così ? E quale terribile segreto nasconde la lettera ? Insomma Silent Hill 2 è quel gioco horror che posso consigliare tranquillamente a tutti, senza neanche pensarci troppo. Dalle forti tinte psicologiche e con un cast di personaggi invidiabile, questo gioco mi ha segnato molto ! Tanto che non sono più riuscito a giocare ad un altro Silent Hill, mi viene davvero un blocco e continuo a paragonarlo al 2 e non ne ho trovato ancora uno che riesca a reggere il confronto (sono un tipo strano). Che altro dire ? Ancora un titolo che ho iniziato nonostante non fosse il primo della saga, ma dopotutto il 2 mi ha sempre portato fortuna (sono nato il 2 di aprile).

3 Over The Gardern Wall

Non penso che riuscirei mai a rendere giustizia a questa miniserie con le mie parole, ma proviamoci.  Over The Garden Wall è una serie animata con la S maiuscola, nonostante duri solo 10 episodi è un cartone che riesce a trasmettere quasi tutto il nostro ventaglio di emozioni. Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente di questo cartone è il villan, "La Bestia", non ho problemi a definirlo come un degli antagonisti più spaventosi e manipolatori della nuova generazione di cartoni animati. Senz'altro una delle mie serie preferite, nonostante non apprezzo particolarmente la scelta di usare Sio come voce di Greg che di Wirt nel doppiaggio italiano (amo i lavori di Sio eh ! Non fraintendetemi, la sua comicità è molto simile al mio nonsense quotidiano).







4 Corpse Party


Se c'è un gioco che non riesco a farmi piacere, oltre a Dangarompa, questo è Corpse Party. Lo so che dovrei affezionarmi ai personaggi, vedere come lentamente vanno incontro la loro destino, sentire le loro paure e incertezze, ma mi stanno tutti sulle balle. Non c'è un personaggio con cui riesca a identificarmi e di solito il loro comportamento è l'esatto opposto di quello che farei. Per giunta i tremila capitoli che sono usciti non sono proprio il massimo per uno come me, per non parlare del gameplay che trovo mooolto palloso. ( Lo so che dovrei vederlo come un'avventura grafica, ma davvero mi fa venire il latte alle ginocchia, ho pensato che fosse un problema di tutte le avventure grafiche, ma non ho avuto problemi a spararmi metà della saga di Phoenix Wright, che è uno dei miei giochi preferiti per DS/3DS)

5 Gengar

Nonostante non sia il mio pokemon preferito numero (se ve lo state chiedendo è Articuno) Gengar è senz'altro uno dei mie pokemon preferiti. Amo il tipo spettro, nonostante lo usi raramente e non vedo loro di fare mio Mimikyu (Sole e Luna sono troppo lontani). Ma non ho mai avuto un Gengar mio ! Visto lo strano metodo di evoluzione, come scambio ? Con chi lo devo scambiare ? E se poi non me lo ridà ? Spero vivamente che questa sia la generazione giusta per averne uno ! Il design di Gengar è uno dei miei preferiti ( altri pokemon che mi piacciono ? Vileplume, Jolteon, Galvantula, Chansey, sono strano lo so) anche se non mi piace particolarmente la sua mega-evoluzione ( A quando un mega ditto ?).

6 Lovercraft o Poe ?

In gioventù ( più  o meno 3 cm di barba fa) provai a leggere qualche racconto di Lovercraft, ma non mi fece impazzire particolarmente e passai ad altro. Nonostante quindi debba recuperarlo con un po' più di maturità, amo i racconti di Poe. Il mio preferito è "Il barile di Amontillado" di cui amo molto le sfaccettature e la psiche del protagonista Montrèsor  ed è uno di quei racconti che non manco di rileggere ogni tanto (cosa rara per me). Un altro racconto che mi è piaciuto è "La maschera della morte rossa" di cui vidi anche il film con Vincent Price e I delitti della Rue Morgue che fu anche il mio primo giallo, un genere che amo alla follia ( Christie > Doyle).







7 La chiesa di San Bernardino delle Ossa

 Situata vicino alla mia università, la chiesa di San Bernardino delle Ossa è uno dei luoghi che preferisco di Milano. La Chiesa ospita le ossa di vecchio ospedale che sorgeva lì vicino. Lungo un stretto corridoio si raggiunge l'ossario che contiene appunto file e file di teschi lungo le varie pareti.
Difficilmente vedrete un ateo come me entrare in Chiesa, ma quel luogo mi fa riflettere e spesso mi capita di andare lì a pensare un po'.
Ancora una volta mi tocca scusarmi per il mio comportamento. Mi dispiace di non essere riuscito a pubblicare una storia per giorno, come vi avevo promesso. Ho avuto dei problemi ? Si, non è stato proprio un bel mese per me ottobre, ma avrei potuto organizzare il mio lavoro in modo da evitarvi questo disagio. Cercherò di farmi perdonare, scusatemi

Boo !

Bakhtak

Sapete il vero significato della parola incubo ? No, non intendo "brutto sogno" come potrete subito pensare, bensì alla sua etimologia. Il significato della parola incubo è "giacere sopra", ciò descrive quella sensazione al nostro risveglio da un incubo di un qualcosa che ci opprime il petto, come se qualcuno, o qualcosa si fosse seduto sopra di noi. Sarà capitato anche a voi noi ? Una sensazione terribilmente è difficile da dimenticare. Ma come si spiega questa sensazione ? Non c'è nulla alla fine sul nostro petto ... Vero ?
Be, secondo la cultura medio orientale, qualcosa c'è. Un piccolo spirito con un orribile aspetto, simile ad un folletto peloso e dal viso arcigno che ama intrufolarsi nelle nostre case di notte per causarci terribili incubi. Bakhtak, questo è il suo nome, è responsabile dei nostri peggiori sonni. È proprio lui che si siede sul nostro petto in quelle notti agitate.
Ignoriamo il perché lo faccia, ma fate attenzione la prossima volta che vi risvegliate da un incubo, con la coda dell'occhio potreste scorgere una piccola figura allontanarsi...

Boo !

El Cucuy

"Dormi bimbo, presto dormi...
se no verrà il Cucuy e ti divorerà"

"Via, via Cucuy,
vattene in cima al tetto
e lascia il bambino dormire
un tranquillo sonno"

Il baubau ispanico è diverso da quello del bel paese-
Il suo comportamento però è lo stesso !
Anche il "Cucuy" si nasconde negli antri più bui delle nostre camere da letto, sotto il nostro materasso oppure in un angolo del nostro armadio pronto a colpire alla prima opportunità. Vittima preferita del Cucuy sono i bambini, dipende dal suo umore, questa creatura può cibarsene oppure rapirli per potarli nella sua tana, in un isolata grotta su qualche sperduto monte.
A cambiare molto è il suo aspetto, infatti il Cucuy è un terribile muta-forma, non c'è forma che non possa prendere, ma sembra prediligere quella di un'orribile creatura pelosa con occhi rossi e denti affilati, in alcune versioni i suoi artigli sono particolarmente affilati, mentre in altre le sue orecchie sono appunta come quelle di un pipistrello.
Ma fate molta attenzione, si dice che questa terribile creatura possa assumere l'aspetto anche di un ombra per osservare silenziosamente la sua prossima vittima, chi vi dice che non sia già nella vostra stanza ?
Boo !

La maledizione di Aisha

Lasciamo per un attimo le assolate e infestate spiagge delle Hawaii per trasferirci nell'altrettanto folkloristica Malesia, dove una strana maledizione sembra aleggiare sopra delle misteriose foto e una povera ragazza di nome Aisha.

Era il lontano 1984 quando. una giovane ragazza di nome Aisha. si trasferì da un piccolo villaggio alla grandissima città di Kuala Lumpur.
La sfortunata ragazza aveva una strana patologia che le aveva causato una particolare forma di Fotofobia, ovvero una estrema sensibilità alla luce. Per questo motivo la giovane indossava sempre dei grossi occhiali da sole e non permetteva a nessuno di scattarle delle foto. Il flash di una qualsiasi macchina fotografica era abbastanza per causarle dei fortissimi e debilitanti mal di testa.
Aisha comunque riuscì a trovare presto un lavoro in una fabbrica, lontano dalla luce che tanto poteva ferirla, o almeno così pensava.
Un giorno, nella fabbrica dove lavorava, si tenne una festa. Tutti i dipendenti si stavano divertendo un mondo e Aisha non era da meno. In preda alla frenesia del momento si tolse gli occhiali per un breve momento. Sfortunatamente un altro dipendente aveva con se una macchina fotografica e decise di scattare qualche foto. Non appena Aisha sentì il rumore del click, la sua percezione del tempo sembrò rallentare. La ragazza si girò dove aveva avvertito il rumore e non fece in tempo a dire nulla che fu investita dal flash. Appena la luce si diradò, la giovane lanciò un urlo, si piegò in due e della schiuma le uscì dalla bocca. Si contorse sul pavimento finché non arrivò finalmente un ambulanza.

Per ben tre giorni Aisha fu tenuta in una stanza completamente al buio in ospedale. Tutti i giorni l'uomo si recava nella sua stanza per chiedergli scusa e farsi perdonare per il suo gesto.
Dopo quel giorno, la ragazza non poté più tornare a lavorare. Il dottore le diede qualche medicina e le ordinò di riposarsi il più possibile. Durante il giorno la giovane donna non faceva alcunché e usciva solamente di sera per comprarsi da mangiare.
Un mese dopo quell'incidente, lei era completamente guarita. Decise, ben presto, che era tempo per lei di tornare nel suo villaggio natale, sopratutto perché non aveva più soldi per mantenersi in città.
Per tanto quella notte, dopo aver fatto i bagagli, Aisha lasciò le chiavi al proprietario di casa e si incamminò per la stazione degli autobus. Sfortunatamente non ci arrivò mai.
Una macchina si fermò vicino alla ragazza qualche isolato dopo. Dalla vettura uscirono quattro uomini e le bloccarono il cammino. Improvvisamente gli energumeni afferrarono la giovane e, nonostante il suo dimenarsi, riuscirono a rinchiuderla in macchina.
Gli uomini la rapirono e la portarono in un casale abbandonato nella periferia della città. Fu brutalmente legata ad una sedia e le strapparono i vestiti di dosso con un coltello. Lei pianse e li pregò di avere pietà di lei, ma quelli le risero in faccia. Aisha dovette sopportare cose indicibili da quel momento. Uno di quei ragazzi aveva con sé una macchina fotografica e non esitò ad usarla sulla ragazza nonostante questa li avesse messi in guardia sulla sua malattia.
Non appena la forte luce si diradò, la stanza fu riempita da un urlo. I ragazzi cominciarono a picchiarla e a scattarle foto, nonostante questa urlasse e del sangue iniziava ad uscirle dal naso e pesino dagli occhi. Dopo quattro ore, la ragazza non riusciva nemmeno a muoversi e si contorceva sulla sedia. Alla fine gli uomini decisero di riportarla in macchina, la rinchiusero nel bagagliaio, e guidarono fino ad un ponte non molto lontano.
Aprirono il bagagliaio e le dissero che la stavano per buttare nel fiume che scorreva lì sotto, noncuranti se lei fosse annegata o meno. Poco prima di scaraventarla, la ragazza prese tutte le forze che le rimanevano e disse ai suoi aguzzini :
"Io punirò chiunque guarderà le mie foto senza il mio permesso con un terribile sogno dove gli farò assaggiare lo stesso dolore che sto provando io. Giurò che lo farò, nonostante sarò morta. A coloro che le guarderanno, non ci sarà altro che dolore".

La mattina successiva gli uomini potarono le foto a far sviluppare, allungando una certa somma al negoziante perché tenesse la bocca chiusa sul soggetto del foto. Appena videro le foto sviluppate, dove la giovane veniva picchiata e violata, questi non fecero altro che ridere e sogghignare.
Improvvisamente la macchina persero il controllo della macchina che stavano guidando e si andarono a schiantare contro un albero. Uno dei quattro morì impalato da uno dei rami dell'albero.
Il secondo morì quella sera stessa in ospedale per un'emorragia interna.
Il terzo fu rilasciato dall'ospedale con qualche lieve ferita, ma, lungo il tragitto per casa, cadde in un tombino spaccandosi una gamba, incapace di risalire in superficie annegò quando quella notte si scatenò un violento temporale che alzò i livello dell'acqua nelle fogne,
Il quarto era uscito illeso dall'incidente invece, per questo andò dritto a casa sua. Ma quella sera sogno che Aisha era tornata e lo torturava picchiandolo in testa con un bastone. Svegliatosi con un terribile mal di testa, non riusciva a levarsi quel dolore che non faceva altro che aumentare. Impazzito da quel dolore, decise che c'era un solo modo per stare meglio e iniziò a colpirsi in testa con una forchetta. In un momento di lucidità si pentì per quello che aveva fatto e si consegnò alla polizia confessando tutti i suoi crimini e portando le foto come prova. In prigione non riuscì più a sopportare quel dolore e si suicidò spaccandosi la testa contro il muro.
Nel frattempo la polizia aveva iniziato a cercare il corpo della ragazza. Questi fu ritrovato due giorni dopo, ancora galleggiava nel fiume. Il cadavere fu portato dal coroner dove fu iniziato il suo riconoscimento e fatta un'autopsia. Il coroner però dovette fare una foto al cadavere come da procedura. L'uomo fu terrorizzato dal constatare che gli occhi della giovane si erano improvvisamente chiusi dopo la foto. Pochi giorni dopo fu ritrovato riverso sul pavimento di casa sua, si era suicidato ingerendo una grossa quantità di antidolorifici. Da quel giorno chiunque avesse mai guardato la foto dell'autopsia o una qualsiasi delle altre foto della ragazza, andava incontro a violenti mal di testa e finiva per togliersi la vita. La polizia cercò di tenere il massimo livello di segretezza sulla "maledizione di Aisha", ma nonostante le precauzioni la storia si diffuse in tutta la Malesia. La polizia decise di eliminare tutte le foto della ragazza, ma, misteriosamente, alcune furono caricati in angoli remoti dell'internet.

Non cercare quella foto, per nessuna ragione al mondo ! E fai molta attenzione, la maledizione di Aisha per adesso non ha ancora risparmiato nessuno
Boo !

Nightmarches


Nelle soleggiate Hawaii, strane figure si dice vaghino per le isole al calare del sole.
Si narra infatti che nelle serate, prima degli anniversari delle grandi battaglie che sconvolsero la nazione, i vecchi guerrieri, caduti in battaglia e non, risorgano dalle loro tombe e si schierino in plotoni, così come fecero in vita. Una volta che questi sono completi iniziano a dirigersi nei luoghi dove quelle cruente battaglie si sono consumate. Questi marciano dal tramonto fino all'alba e non è insolito sentire il rumore delle loro armi e il loro grido di battaglia. Ognuna di queste marce è diversa dalla precedente, perché dipende da chi ne è a capo. Così come in vita questi soldati sono infatti guidati da un capo, ed è questi a imporre disciplina o meno. Ma dovete stare bene attenti quando incrociate uno di questi reggimenti, infatti il solo guardare questa terribile punizione scatena l'ira di quegli spiriti causando la violenta morte dell'ignaro spettatore.

"La prima cosa che sentirai sarà il suono dei tamburi in lontananza, dopo sentirai un odore di sporco e di muschio, sentirai il suono di una conchiglia, che ti avvertirà di allontanarti, poi vedrai la luce delle torce, farsi sempre più vicina. L'unico modo per salvarti e di avere, tra i soldati, un antenato che ti riconoscerà, in quel caso urlerà "Na'u !", che significa "mio". Perché se sei dello stesso sangue di uno dei "nightmarches" allora nessuno nell'intera processione può farti del male. Questi soldati sono l'avanguardia di un sacro capo, o una capessa, che in vita avevano una posizione veramente alta" (Haunted Hawaii)
Boo !
    Black Annis



Dato che ieri vi ho parlato di una strega "bianca" mi sembra giusto oggi proporvi l'esatto opposto ! Abbandoniamo la soleggiata Giamaica per tornare nel vecchio continente e, più esattamente, nel piovoso Regno Unito. Qui si dice che nella provincia delle Dane Hills viva una terribile strega. Dalla palle bluastra e dal viso mostruoso, Black Annis è ben lontana dalla tradizionale immagine della strega che ci viene tramandata. Di certo non vola su una scopa e non indossa cappelli a punta, piuttosto questa terribile figura fa appello al lato più istintivo e selvaggio degli uomini. Black Annis è una selvaggia, è feroce e ascolta solo ciò che il suo stomaco le dice e, spesso, questi ha la peculiare voglia di pranzare con la carne di teneri bambini, magari qualche fanciullo sventurato che si è avventurato fuori città durante la notte.
Dove vi aspettate che questa figura porti le sue vittime ? In qualche casa in mezzo ai boschi ? No, l'abitazione di Black Annis non è niente di così civilizzato. Una semplice grotta offre riparo alla strega durante i suoi pasti. Un attento osservatore potrebbe notare che la grotta non è naturale, ma costruita, dai piccoli graffi presenti su tutta la caverna, ma se capitate nelle mirino di questa pericolosa creatura allora questi è l'ultimo dei vostri problemi.
Boo !


La candida strega di Rose Hall




Se mai avrete la fortuna di vagare per la soleggiata Giamaica, in particolare nella baia di Montego, allora potresti imbattervi in una sontuosa villa. Una casa senza dubbio d'altri tempi, che rimanda la passato coloniale del Paese, un passato eroico e romantico come il nome della magione: "Rose Hall" ci ricorda. Eppure questa casa ha avuto una terribile proprietaria che, secondo alcuni, non ha mai lasciato del tutto le sue stanze.
Non si conosce bene il passato di Annie Palmer e, anzi, alcuni reputano che non sia mai esistita.
Noi sappiamo, o almeno questo è ciò che la leggenda ci narra, che da bambina avrebbe vissuto ad Haiti assieme ai suoi genitori. Probabilmente, questi morirono a causa della febbre gialla e fu lasciata sola con una vecchia balia, una donna del luogo che conosceva a fondo i segreti dell'arte proibita del voodoo. La bambina ben presto crebbe interessandosi a queste stregonerie e ne apprese il più possibile, che forse avesse un talento naturale ? Sta di fatto che la bambina lasciò ben presto il posto a una bellissima ragazza e, non erano pochi i suoi spasimanti. Il "fortunato" che fece breccia nel cuore della strega non fu altri che John Palmer, il proprietario di una ricca piantagione e della stessa Rose Hall. Ma ben presto la donna si stancò della vita matrimoniale e, grazie alle sue arti, non fu difficile mettere fine alla vita di suo marito, o mariti ? Annie infatti si risposò altre due volte e, in entrambi i casi, i suoi mariti incontrarono prematuramente il loro creatore. La donna non esitava ad avere più amanti e spesso questi erano gli stessi lavoratori della sua piantagione, naturalmente anche questi facevano una brutta fine. Il nome di Annie Palmer fu ben presto sinonimo di sciagura e sfortuna, un nome da sussurrare sottovoce nelle chiacchiere di qualche salotto, ben lontano però dalle orecchie della terribile strega. Ma tutte le cose hanno una fine, e anche la vita della terribile strega bianca fu ben presto spenta. Ironicamente ciò avvenne nello stesso modo brutale con cui lei stessa aveva spento quelle di quell'indefinita massa di uomini. Non si sa bene come esattamente ebbe luogo, si conosce solo il nome dell'uomo che le strappò la vita "Takoo", un giovane schiavo che lavorava nella piantagione. Che questi fosse un amante che spezzò il cerchio, oppure un semplice uomo inorridito dall'orrore che aveva visto in quegli anni, non ci è dato saperlo. Ma sappiamo che da quel giorno, non è insolito per i visitatori incontrare durante la loro permanenza a Rose Hall, una pallida figura, che vaga di stanza in stanza con una aria triste, ma uno sguardo feroce e sanguinario alla ricerca di altre vittime.
Boo !
Uno, due... Uno, due


Non sempre essere diligenti nello studio è una buona idea !

La nostra storia ha luogo in un'anonima scuola coreana durante una tranquilla serata autunnale. Non era insolito che Sun-Hi, una giovane studentessa, si fermasse fino a tardi nell'edificio a studiare assieme ai suoi amici e compagni. Dopotutto quell'anno era così impegnativo e, i suoi genitori, l'avevano più volte pressata perché avesse voti più alti. Fortunatamente la scuola permetteva ai suoi studenti di potersi fermare in biblioteca anche dopo l'orario di chiusura.
Erano passate un paio d'ore da quando Sun-Hi si era messa a studiare e, ormai, il gruppo si era ridotto soltanto ad una decina di studenti. La ragazza, provata dallo studio, decise che era tempo di fare una piccola pausa, si alzò e si diresse in bagno. Non appena Sun-Hi chiuse la porta della biblioteca, gli altri ragazzi cominciarono a sentire uno strano suono, come di qualcosa che picchiasse contro una parete. Prima si sentiva un breve picchiettio, seguiva una breve pausa e poi due picchiettii in rapida successione... Uno, due... Uno, due.
Quello che da prima era sembrato come un rumore lontano, si era fatto sempre più forte, destando l'attenzione di tutti gli studenti. Finalmente un ragazzo riuscì a capire da dove provenisse il suono, e incuriosito scostò le tende della finestra rivelando una macabra figura. Una ragazza dai lunghi capelli neri e con un lungo abito bianco picchiettava con un dito ossuto sulla finestra, i suoi occhi erano chiusi.
Tutti gli studenti accorsero a vedere la strana ragazza, alcuni incuriositi, altri spaventati. 
Appena l'ultimo studente si avvicinò alla finestra, la ragazza spalancò gli occhi, rivelando delle orribili orbite vuote e nere, l'edificio piombò nella più totale oscurità.
In quel momento Sun-Hi era appena uscita dal bagno, notò le luci spente e pensò che si trattasse solamente di un blackout. Facendo molta attenzione ritornò lentamente fino alla biblioteca.
Qui, aperta la porta, si trovò davanti ad un terribile spettacolo, il pavimento della stanza era ricoperto dei cadaveri dei suoi compagni. Il loro volto era congelato in una smorfia di terrore, mentre le loro orbite erano completamente vuote. Sun-Hi sconvolta avrebbe voluto urlare, correre via da tutto quell'orrore, ma sentì improvvisamente il rumore di passi che si avvicinano. La ragazza, con non poca riluttanza, si gettò tra i corpi dei suoi amici, pensando così di poter restare al sicuro. Chiuse gli occhi e li tenne serrati con tutta la sua forza di volontà, mentre sentiva qualcuno o qualcosa avvicinarsi a piccoli passi. All'improvviso un'inquietante voce bambinesca ruppe il ritmico rumore di passi, "uno, due" ripeteva di tanto in tanto. Ma quando la voce si era fatta estremamente vicina, improvvisamente, cessò. L'intera stanza era piombata nel silenzio più assoluto, erano passati diversi minuti quando, la ragazza, cedette e aprì gli occhi...
davanti a lei c'era un viso pallido che la osservava con le sue due orbite vuote, il terrore si stava impadronendo di lei quando la figura davanti a lei esclamò "Uno !" e avvicinò il suo ossuto dito al suo occhio.